TERME, DALLA RIUNIONE DI PALERMO SOLUZIONI IMPOSSIBILI DA METTERE IN ATTO
Intanto gli 800.000 euro sono da dividere con Acireale. Per revocare la sospensione delle attività termali, Turriciano dovrebbe presentare subito alla Regione un piano industriale con un utile d’esercizio nel 2015
Difficile dipanare la matassa Terme. L’incontro di oggi pomeriggio a Palermo del sindaco Di Paola, del presidente del Consiglio comunale Calogero Bono e dei deputati Fontana, La Rocca Ruvolo e Cimino, non ha sortito quelle soluzioni facili mirate a recuperare la stagione ormai alle porte. La riunione si è svolta con il ragioniere generale della Regione Siciliana Salvatore Sammartano e la dirigente regionale delle società partecipate Grazia Terranova.
Per revocare la delibera dell’Assemblea dei Soci della Terme di Sciacca Spa, che ha deciso di non proseguire le attività termali, bisogna superare ostacoli davvero difficili.
Un primo ostacolo alto quanto una montagna è quello che prevede che si sottoponga alla Regione, subito, un piano industriale per la stagione 2015 che garantisca scenari finanziariamente equilibrati. Cioè, la Terme di Sciacca Spa non deve perdere nel corso del 2015, anzi deve dimostrare qualche utile. E se dal 2005 fino ad oggi la società termale ha chiuso sempre in perdita, come è possibile il miracolo nel 2015 e con la stagione quasi iniziata?
Il Liquidatore Carlo Turriciano dovrebbe, in sostanza, dimostare alla Regione che ora, d’un colpo, fare utile è possibile. E perchè negli anni precedenti non lo è stato? La matassa si complica ancora di più.
Secondo ostacolo, la questione degli 800 mila euro messi in finanziaria. La somma, è stato detto a Palermo con parole inequivocabili, è da dividere con le Terme di Acireale. Somma che, tra la’ltro, potranno essere sbloccate solo con le attività in esercizio. E’ il cane che si morde la coda.
Il sindaco Di Paola è riuscito a riunire a Sciacca, lunedì scorso, i deputati regionali e nazionali. Ma la vicenda delle Terme, lo abbiamo sempre scritto chiaramente, è talmente ingarbugliata che la politica nulla può fare rispetto alle normative in vigore, nazionali, europee.
La politica ha avuto, semmai, tempo negli anni passati a correggere la rotta; non lo ha fatto, puntando di più su passerelle e promesse che si sono scontrate con la dura realtà dei fatti.