ASSOCIAZIONE SCIACCA TERME RISORGE: “NECESSARIO STUDIARE NUOVI SCENARI PER LE TERME”

L’Associazione “Sciacca Terme Rinasce”, con riferimento al recente nostro editoriale pubblicato in relazione al “nuovo mondo” nato dall’emergenza coronavirus e che si riverbera, inevitabilmente, sul bando in corso che riguarda le terme, interviene con una riflessione. L’Associazione Sciacca Terme Risorge prende spunto dal nostro editoriale.

L’Associazione “Sciacca Terme Rinasce” ha già espresso un “giudizio negativo sui diversi passaggi che la Regione ha voluto comunque attivare sulle Terme di Sciacca”, come la “la frantumazione del patrimonio termale di Sciacca rispetto ad Acireale, la maggiore disponibilità finanziaria per quella stazione termale (con una forzatura), un bando ridotto ed insufficiente rispetto alle questioni che avrebbe dovuto trattare,
ed altro ancora”.

Per L’Associazione “Sciacca Terme Rinasce”, la soluzione “dell’advisor potrebbe funzionare, anche se bisogna ricordare, che già circa otto anni fa questa strada era stata percorsa con l’individuazione di “Sviluppo Italia/Sicilia”, una società regionale, che avrebbe dovuto predisporre il sistema per la scelta del partner privato. L’unica cosa che quell’advisor nostrano fece prima di fallire nel 2017 fu quello di pubblicare sul web le schede dei beni immobili (a proposito non si accorse dei problemi catastali) che erano state elaborate già nel 2000 dall’Azienda delle Terme di Sciacca e trasmesse alla Regione. Per la verità elaborò anche un piano industriale del quale però si sono perse le tracce”.

“Questo non significa- aggiunge l’Associazione Sciacca Terme Rinasce- che non si deve riprovare, basta però prevedere l’intervento un advisor giusto, indipendente e specializzato, ed in Italia quelli seri ci sono, attivando le procedure relative”.

L’Associazione Sciacca Terme Risorge sta valutando “quali possano essere le possibili azioni da proporre alla Regione per proporre un confronto con tutti gli altri organismi che a Sciacca si stanno occupando di Terme, indipendentemente dalle posizioni politiche, confronto che dovrà tenere conto di tutte le criticità che la pandemia ha generato rispetto al pur urgente problema delle Terme e dei sistemi che devono essere attivati bene e presto”.

“Paradossale” sembra all’Associazione Sciacca Terme Risorge, “la proposta di un intervento unitario di Regione e Comune nel processo di gestione e valorizzazione, con o senza il contributo tecnico-scientifico che è stato già proposto. Ma questa proposta è impercorribile, perché non solo non si ha la benché minima idea di quanti soldi siano necessari solo per riportare alla funzionalità beni ed impianti e crediamo che nè la Regione nè il Comune li abbiano, ma soprattutto come ed in che modo Regione e Comune dovrebbero gestire”.

Per l’Associazione Sciacca Terme appare “strano che c’è sempre qualcuno pronto a dire “l’avevamo detto!”, anche se non era stato detto proprio niente, anzi, andando a rileggere le posizioni di ciascuno nei redazionali del Corriere di Sciacca degli ultimi mesi è facile rilevare come magari “l’onore” di essere stati ritenuti interlocutori della Regione da parte di altri gruppi portatori di interessi diffusi ha fatto pensare a questi ultimi, forse, di aver guadagnato un ruolo privilegiato nella trattazione della vicenda delle Terme. Rispetto alla Amministrazione comunale poi questa interlocuzione è stata, ed è, addirittura esclusiva”.

“Ci sembra lo stesso scenario – che i media ricorderanno – del 2005 (anno I dell’era della privatizzazione), quando a battere le mani sull’infausta ed improvvida, ma euforica, scelta della
Regione di attivare una finta privatizzazione c’erano tanti “ragazzi del coro”: Sindaci, Consiglieri comunali, sindacalisti, piccoli (ma molto piccoli) imprenditori locali e compagnia cantante, mentre ad immaginare come sarebbe finita (male) c’erano poche, veramente poche persone, additate al pubblico ludibrio come cassandre”.