TERME, ASSESSORE CI DICA COSA PENSA SU QUESTI 4 PARADOSSI
Oggi l’assessore regionale è in visita nella nostra Città. Salta il sopralluogo al Samonà, mentre incontra una delegazione di lavoratori termali.
Gentile assessore Cleo Li Calzi, benvenuta a Sciacca, città piena di risorse: mare, pesca, monumenti, artigianato, cultura, arte. Tranne il teatro “greco-romano” che, ci creda, non abbiamo, ma che Lei, in un eccesso di bontà verso la nostra Città, ha incluso. Abbiamo, invece, un ammasso di cemento rientrato a pieno titolo nel novero della vergogna delle opere pubbliche incomplete. Decenni di irresponsabilità della politica regionale che ha mortificato la struttura rispetto all’idea progettuale del professore Samonà.
Benvenuta alle Terme di Sciacca, assessore. E’ a proposito delle Terme che desideriamo cogliere la sua attenzione. Consapevoli che la sua delega nulla ha a che fare con i diversi e gravi problemi vissuti dalla risorsa termale, Lei è venuta nella nostra Città per incontrare una delegazione di lavoratori.
E allora, sottoponiamo alla Sua attenzione 4 paradossi che interessano la struttura termale. Sa, a Sciacca siamo abituati alle passerelle dei vari assessori regionali al Turismo che si sono avvicendati. A partire dalla messa in atto di una scellerata privatizzazione, bisogna avere come punto iniziale l’ex assessore al Turismo Fabio Granata,anno 2004. Poi seguono gli altri, fino a chi l’ha preceduta, Michela Stancheris.
Tutti hanno promesso la luna, ma la luna è rimasta al suo posto, lontanissima. Sono rimasti, invece, nuvoloni sempre più grigi, fino alla tonalità attuale, nera.
E allora, nell’essere lieti di averla a Sciacca, cogliamol’occasione per parlarle di 4 eclatanti paradossi, nei confronti dei quali vorremmo delle risposte. Risposte che non sono arrivate dal Suo collega assessore al Bilancio, nè dal Suo Presidente, quel Rosario Crocetta inteso come l’uomo della rivoluzione, gli effetti della quale, in verità, qui non sono arrivati.
Di paradossi la vicenda delle Terme, specie ad iniziare dalla nascita della Terme di Sciacca Spa (2005), abbonda. Il tempo scorre, come l’acqua dei fiumi sotto i ponti, la memoria è assai labile e gioca brutti scherzi. Allora diventa necessario rinverdire i fatti. Specie in un periodo in cui in molti, specie tra la politica, lasciano in libertà parole sulle Terme che offendono, a dir poco, la realtà dei fatti. In verità, sembra esserci in atto un tentativo di depistaggio. Molti parlano senza avere coscienza e conoscenza della realtà termale. Una realtà impantanatasi, man mano negli ultimi anni grazie a scelte della politica regionale, e resa ancora più ingarbugliata da errori commessi. Il più grave e irreparabile è stato il trasferimento delle passività dall’Azienda Autonoma delle Terme alla Terme di Sciacca Spa. Errore fatale che ha costretto la risorsa termale ad incagliarsi tra le rigide norme comunitarie in materia di aiuti di Stato, fatto che è un attentato alla libera concorrenza.
Ma prima di procedere a rinverdire i quattro paradossi che evidenzieremo, è necessario fare un poco di chiarezza sulla situazione del personale per mettere in condizioni il lettore di capirci qualcosa. Anzitutto è assolutamente importante tenere saldamente in mente che l’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca esiste ancora. Già, in molti non lo sanno! Più avanti ci torneremo.
Nella Terme di Sciacca Spa prestano servizio due categorie di dipendenti: la prima è quella dei dipendenti che erano in forza all’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca e che secondo la previsione del famoso articolo 119 (più volte modificato) sono transitati nel ruolo speciale ad esaurimento della Regione. Sono transitati in quel ruolo, ma poiché sono stati richiesti dalla Terme di Sciacca Spa per garantire i servizi all’utenza sono rimasti presso di questa. I soldi degli stipendi di questi dipendenti del ruolo speciale sono stati anticipati dalla Regione, ma (attenzione) con l’obbligo del rimborso da parte della società termale che li ha effettivamente utilizzati. Sono somme iscritte nel bilancio. Anzi, in un bilancio (prima che arrivasse Carlo Turriciano da amministratore dopo il Consiglio di Amministrazione fortemente di natura politica) la voce è saltata. In questi nove anni quindi la Terme di Sciacca Spa ha avuto anticipati dalla Regione i soldi delle loro retribuzioni, circa sei milioni di euro. Soldi che nei bilanci della società termale compaiono infatti come debiti nei confronti della Regione. C’è stato il recente tentativo, presso la Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana di cancellare questi debiti, tentativo stoppato subito perché se la Regione rinuncia ad un suo credito, anche se in favore di una sua partecipata fotto forma di società per azioni e interamente posseduta (che è un’altra cosa rispetto alla Regione stessa) si assume una gravissima responsabilità davanti alla Corte dei Conti, oltreché davanti al giudice penale.
Ma passiamo, ora, ad esaminare i quattro paradossi.
Primo paradosso: ma se la Terme di Sciacca Spa in otto anni ha tenuto 23 dipendenti del ruolo speciale, considerandoli necessari, com’è che improvvisamente il liquidatore dichiara che di questi 23 gliene servono solo 13? Come mai prima servivano ed oggi improvvisamente no? O non servivano neanche prima? Ma se non servivano neanche prima perché sono stati tenuti con la conseguenza di aver aumentato a dismisura il debito nei confronti della Regione?
Secondo paradosso: come sono stati scelti i 13 dipendenti del ruolo speciale che restano presso la Terme di Sciacca Spa? Il primo dato è che sono stati scelti nominativamente. Una gravità contestata dagli stessi lavoratori e dai sindacati (tutti?). Sarebbe stato utile verificare, attraverso l’analisi dei fatturati, quali sono quei reparti che in bassa stagione comunque producono di più; fatto questo, il secondo passo sarebbe stato quello di individuare i profili professionali (e non i nomi) che si ritengono eccedenti. Terzo passo, aprire un tavolo di concertazione con i sindacati. Questo è il meccanismo che deve essere seguito, il resto è qualcosa di altro. Bisognerebbe quindi che il liquidatore spiegasse meglio questa vicenda dato che i sindacati sono insorti anche se con diversi distinguo.
Terzo paradosso: riprendiamo il fatto dell’esistenza dell’Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca. Ha ancora un Commissario Straordinario, uffici, utenze, consumi, e dipendenti del ruolo speciale assegnati, in una parola costi. Ma se beni non ne ha più perché sono diventati della Terme di Sciacca Spa, se non ha più personale perché assegnato tutto al ruolo speciale, se non svolge alcuna attività, perché esiste ancora? Mistero! E attenzione, la vecchia Azienda Autonoma delle Terme esiste ancora nonostante un parere dell’Ufficio Legale della Regione, nel lontano 2004, aveva detto chiaramente che costituita la società per azioni l’Azienda pubblica regionale doveva cessare immediatamente!
Quarto paradosso: sono arrivate notizie che entro febbraio, o all’inizio di marzo, sarà pronto il bando. Quale? Quello pieno di errori che abbiamo presentato lo scorso mese nel nostro giornale? E se non quello, quale altro? Lo potremmo leggere prima? Il Sindaco, l’Amministrazione Comunale, il Consiglio Comunale, le Associazioni di cittadini, i partiti, le deputazioni, i cittadini stessi, hanno interesse a verificare preliminarmente che un affitto trentennale, addirittura c’è chi dice cinquantennale, venga fatto con un po’ di criterio, trattandosi di un patrimonio dell’intera Città di Sciacca e non di pochi intimi? Non sarebbe il caso di farne oggetto di una assemblea cittadina aperta al contributo di tutti?
Conclusioni: questi quattro paradossi confermano quale sia l’interesse che tutti mostrano nei confronti delle Terme. Banalizzare il problema riducendolo ad una raccolta di firme è non soltanto inutile ma anche fuorviante, perché distrae dai veri problemi. Ed i veri problemi sono l’incapacità di un Governo regionale di trovare soluzioni serie, legittime e percorribili, l’incapacità d una rappresentanza cittadina (tutta insieme Sindaco, Amministrazione e Consiglio) di essere interlocutori credibili del Governo regionale, il disinteresse della deputazione del territorio che parla senza conoscere i problemi.
Buona visita a Sciacca, assessore. Auspichiamo che il Suo nome non si aggiunga alla lista, già lunga, delle solite passerelle.
A proposito, Cleo Li Calzio è stata presidente di Sviluppo Italia-Sicilia, la società advisor che ha steso il primo bando “flop”.