Teatro Samonà, una lunga narrazione di farsa. A presto i lavori di manutenzione, ma senza gestione il degrado non avrà fine
SCIACCA. Il teatro Popolare di Sciacca, comunemente noto con la denominazione “Samonà”, none dell’architetto che lo ha progettato (illustre luminare dell’architettura), è esso stesso una continua rappresentazione di un dramma iniziato nel 1979 (i primi lavori) e che narra la farsa della classe politica e burocratica. Una rappresentazione che narra lo sperpero di ingente denaro pubblico, una narrazione che continua senza sosta e che scrive nuovi copioni intrisi sempre di farsa.
Aperto solo per un breve periodo in occasione di un convegno del Rotary, poi ospitò qualche spettacolo, fu chiuso e lasciato al degrado. La Regione ha trovato altri soldi per rimetterlo un pò in sesto, ma mai per essere completato. Altri soldi pubblici, 1.3 milioni di euro. Soldi che serviranno solamente per riprendere alcune parti ammalorate, ripristinare pavimenti mancanti, servizi igienici, impianti elettrici e fogna. Sarà ripristinata la sala convegni di circa 80 posti. Co i lavori sarà possibile riaprire la grande sala di 818 posti, ma solo per convegni e concerti musicali. Mancano i camerini, manca il vero palco.
Ma nonostante il soldi impegnati e i lavori che presto avranno inizio, c’è un ma più grande del teatro: Se non si risolverà la questione della gestione del teatro esso rimarrà chiuso e si riproporranno gli stessi problemi di degrado. Come un bis. Il teatro Samonà seguiterà a narra una farsa lunga decenni e che non trova fine.
Sono stati appaltati, dal Genio Civile di Agrigento, i lavori di manutenzione straordinaria, progettati dallo stesso Ufficio Regionale, per incarico del Dirigente Generale del Dipartimento Tecnico Salvatore Lizzio, in attuazione alle direttive del Presidente della Regione Nello Musumeci e ad un proficuo rapporto di collaborazione tra gli Assessorati Regionali: quello alle Infrastrutture ed alla Mobilità, quello ai Beni Culturali e quello all’Economia, retti rispettivamente dagli Assessori Marco Falcone, Alberto Samonà e Gaetano Armao.
I lavori, appaltati alla ditta Eredi Geraci, saranno presto avviati e saranno conclusi entro il primo semestre del prossimo anno. Il Responsabile Unico del Procedimento è il Funzionario Direttivo Alfonso Micciché del Genio Civile, mentre il progetto è stato redatto dai Funzionari Direttivi dello stesso Ufficio Calogero Castronovo, Angelo Cimino, Giovanni Conti, Piero Fiaccabrino (in foto unitamente al Capo del Genio Civile Rino La Mendola).
Siamo orgogliosi di eseguire i lavori finalizzati a restituire alla collettività una delle più importanti opere di architettura contemporanea del nostro territorio provinciale, afferma il Capo del Genio Civile, Rino La Mendola. Un’opera di architettura di grande valore che, sin dalla sua costruzione, ha comunque sofferto di un difficile rapporto con il contesto urbano in cui è stata realizzata, quello delle terme. Il progetto- continua La Mendola- impegna risorse stanziate dal Governo Musumeci, per un importo complessivo di un milione e trecentomila euro.
“Al fine di capitalizzare i lavori- conclude La Mendola -adesso sarebbe indispensabile individuare un ente gestore a cui consegnare l’opera, subito dopo il collaudo, per garantirne la tutela e la corretta fruizione.”
Filippo Cardinale