Teatro Samonà, Monte: “Assurdo investire una cifra enorme per rinnovare solo alcune parti della struttura”

Salvatore Monte

SCIACCA.  Salvatore Monte, nel ruolo di regista e attore, interviene sulla questione della manutenzione del teatro Popolare, meglio conosciuto Samonà dal nome del progettista. Un intervento costoso (1.2 mln di euro) che copre parzialmente le reali esigenze e non restituisce il teatro alla piena fruibilità. Insomma, da opera pubblica incompiuta veste il profilo di opera monca.

Salvatore Monte, si è esultato in questi giorni. C’è una ragione vera?

“Spesso si usa maldestramente il concetto di “restituzione alla città”, si tratta di un’espressione che vuole indurre il lettore verso un momento di gloria, di esaltazione temporanea. Nulla contro chi, nella giornate trascorse ha annunciato una serie di costosi interventi che avranno luogo all’interno del teatro Popolare di Sciacca. Trovo assurdo però, ancora una volta, investire una cifra enorme per rinnovare alcune parti della struttura che non sono mai state aperte al pubblico”.

Manca un’idea di cosa sia una struttura teatrale?

“Dirigenti e tecnici non hanno probabilmente compreso le vere esigenze di quel teatro. Quella struttura, resa fruibile nel 2015, ha visto la presenza di importi spettacoli e momenti di intrattenimento con nomi di fama nazionale. La chiusura della struttura, in questi lunghi ed estenuanti anni, ha ovviamente compromesso la giusta funzionalità degli impianti idrici ed elettrici”.

Si seguita a recitare un copione che somiglia ad una farsa 

“Nessuno, tra tecnici, dirigenti ed amministrazione locale regionale, ha mai pensato di rimettere mano ai lavori di ampliamento del palcoscenico, alla realizzazione dei camerini ed alla sistemazione dell’ascensore per rendere più accessibile, ai disabili, l’ingresso all’area del palcoscenico. Tanti tecnici, molto bravi, ma lontani anni luce dalle esigenze di chi fruisce di quegli spazi (Compagnia di qualsivoglia genere e pubblico). Il silenzio assordante che in questi anni ha caratterizzato questa triste vicenda ha donato alla città una struttura completamente abbandonata, fantasma, priva d’anima, deturpata in ogni modo possibile ed inimmaginabile”.

Le associazioni teatrali della città sono state tenute lontano da un tavolo di consultazione, dialogo, scambio di idee

“Le risorse teatrali presenti in città, professioniste ed amatoriale, andavano ascoltate, rese partecipi delle nuove progettualità poste in essere da una Regione spesso sorda ai continui solleciti avanzati dal mondo teatrale locale. Spendere soldi senza una finalità ben precisa e non condivisa con la famosa “base” non darà ulteriore lustro al teatro Samonà.
Il dialogo tra questa città e la regione Siciliana è ricco di interferenze, guasti di comunicazione continui che rendono qualsivoglia progettualità assolutamente irrealizzabile. Ognuno fa di testa sua, convinto di aver raggiunto importanti obiettivi. Alle volte basta un niente per “restituire” alle città importanti beni pubblici”.

Filippo Cardinale