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Teatro Popolare, completati i lavori. Rimane il dilemma della gestione e di una struttura senza palcoscenico

I lavori al teatro Popolare, meglio noto noto col nome del suo progettista Samonà, sono stati completati. Ora rimane il serio problema della gestione

SCIACCA- Un teatro che da 46 anni è il simbolo della inefficienza della Regione. Non è un tempio all’arte, alla cultura, ma un tempio che osanna e arricchisce il catalogo delle opere pubbliche incompiute, il manuale dello spreco del denaro pubblico. Una montagna di soldi pubblici serviti a realizzare un mega teatro senza mai utilizzarlo, solo per qualche mese e per eventi limitati. Una montagna di cemento armato che dal promontorio delle terme, insieme ad esse chiuse da 10 anni, offrono la visione del fallimento della burocrazia della Regione in associazione con una classe politica di basso profilo. Gli ulteriori lavori, che ancora non completano il teatro poichè manca il palcoscenico, sono costati 1.3 milioni di euro. Altro fiume di denaro pubblico che rischia un ulteriore sperpero se la Regione non risolve il problema centrale della gestione. Il Genio Civile ha progettato i lavori necessari, interventi su strutture ammalorate, pavimenti mancanti, servizi igienici e impianti elettrici, collegamento fognario. Lavori di manutenzione straordinaria, finalizzati al ripristino funzionale della saletta convegni di 80 posti, ed alla riapertura al pubblico della sala principale di 818 posti, che potrà, al momento, ospitare solo convegni e concerti musicali. Il tutto perché, come in una farsa, la mega struttura è priva di palcoscenico. I lavori eseguiti hanno consentito il collegamento degli scarichi di acque reflue alla condotta fognaria comunale ed il ripristino degli impianti elettrici, idrici e di climatizzazione, ammalorati a causa dell’abbandono. I lavori di costruzione del teatro furono avviati 46 anni fa e interrotti nel 1982. Nel 1992 altri lavori, quando potente ministro era Angelino Alfano. Il teatro fu aperto per ospitare un convegno del Rotary Club, qualche altro evento. Poi le porte si chiusero e il teatro divenne oggetto di vandalismo e bivacco di qualche barbone. Adesso il teatro è passato nelle mani del Dipartimento Patrimonio della Regione. L’amministrazione comunale, con generosa spinta di grandeur ha espresso la volontà di gestirlo. Ardua impresa se si considera che il Comune non riesce a gestire nè la villa comunale nè il piccolo parco di via Allende. Ci sarà anche un confronto con il consiglio comunale il cui dibattito verterà certamente sulla ipotesi di un partenariato pubblico-privato, oppure un’istituzione. I costi gestionali sono ingenti e rappresentano il vero nocciolo della questione. “Bisogna fare tutto entro l’autunno per disporre del teatro vista la mancanza cronica di spazi al chiuso”, sostiene l’assessore Francesco Dimino. Ma si sa, a Sciacca il presto è simile alle distanze cosmiche. Oltre a milioni di anni luce necessari per raggiungere le mete, il tempo è davvero indefinibile.

Filippo Cardinale

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