TASSE COMUNALI, CAMBIARE TENDENZA SI PUO’. RITOCCARE L’ADDIZIONALE IRPEF RIDUCENDO FASCE ALTE DI RETRIBUZIONE

Ambrogio punta i dirigenti e la loro retribuzione di posizione. Tanti consiglieri la pensano come lui, ma stanno zitti.

Oggi si riunisce la maggioranza per discutere sulle scelte da assumere per quanto riguarda la tassazione della costosissima raccolta dei rifiuti. Ma anche per comprendere se vi sono le possibilità di offrire alla città un segnale in controtendenza con il costante aumento della tassazione a carico dei cittadini. Se l’opposizione attacca la maggioranza e la giunta Di Paola ritenendola colpevole di una tassazione aumentata di 4 milioni di euro, è pure vero che la stessa maggioranza e la giunta Di Paola devono dimostrare il contrario. Una possibilità vi è.

Certo, non sono somme imponenti, ma sarebbe il segnale di un percorso diverso. Ogni riduzione di spesa, in un contesto in cui il cittadino, il contribuente, è tartassato all’inverosimile, è salutare. E’ anche morale, specie quando ci si rivolge alla “gente” invitandola a stringere la cinta, a fare sacrifici. Ridurre, ad esempio, l’addizionale Irpef è un passo che si può compiere. Si può ridurre dallo 0,8 allo 0,7. E’ un segnale lanciato ai cittadini. Un importante segnale in vista della scelta che riguarderà l’applicazione della tassa sui rifiuti. Un costo spropositato per una città di 40.000 abitanti sui quali grava un costo di 5,7 milioni di euro, 142 euro/anno per ogni cittadino, dal neonato all’anziano. Anni nei quali il costo è lievitato senza che vi sia mai effettuata un’accurata radiografia sull’incremento del costo stesso. Il lavoro di una Commissione consiliare, a proposito, si è arenato, senza produrre nulla.

Vi è un’isola dei costi, all’interno del bilancio comunale, che sembra al riparo ermetico dall’esigenza di condivisione dei sacrifici. Se gli amministratori riducono la loro indennità, non vi è pari emulazione da parte della fascia dei dirigenti. Si è così diffusa la sensazione di un perimetro invalicabile, quasi a formare nel tempo una casta intoccabile. Si tratta di retribuzioni importanti ai quali va aggiunta anche l’incentivazione degli obiettivi raggiunti. Una cifra che equivale, all’incirca, ad uno stipendio di un lavoratore di quinto livello. Incentivazione e obiettivi che vengono annualmente raggiunti. Risultati da record come quelli che sta conseguendo, nel campionato di calcio in corso, la Roma di Totti.

A rompere il silenzio è stato ieri il consigliere comunale Giuseppe Ambrogio. “Bisogna avere il coraggio di intervenire sui dirigenti”, tuona il consigliere comunale che condivide ” con forza quanto sostenuto da Mario Turturici. Si deve ridurre di almeno il trenta per cento l’indennità di posizione dei dirigenti comunali, risparmiando così circa 200 mila euro e con queste somme ridurre l’addizionale Irpef comunale, che al momento è ai livelli massimi dello 0,8 per cento. Se di certo i dirigenti non possono vedere ridurre lo stipendio tabellare, regolato da un contratto nazionale, l’indennità di posizione e di risultato sono modificabili, e quindi rivedibili anche al ribasso se necessario”.

In tantissime realtà, le amministrazioni comunali, considerato il momento assai difficile e di sacrifici per la maggior parte dei lavoratori, hanno agito sul ventaglio della retribuzione di posizione dei dirigenti.

Il contratto collettivo nazionale dei dirigenti del Comparto delle Regioni e delle Autonomie locali, per il biennio 2008-2009, al capo II, art. 5 comma 3, recita che a decorrere dal 31 dicembre 2009 i valori minimi e massimi tabellari della retribuzione di posizione sono rideterminati nel valore minimo di € 11.533,17 e nel valore massimo di € 45.102,87

Il Comune di Pomezia, per citare un recente esempio, ha partorito una delibera di giunta (sindaco il grillino Fucci) che fissa la retribuzione di posizione dell’area dirigenti del Comune a 13.500 euro a fronte di una cifra di 60.000 euro.

Facendo riferimento al contratto collettivo nazionale dei dirigenti del comparto delle regioni e delle Autonomie locali, il punto mediano tra il valore minimo e il valore massimo della retribuzione di posizione dei dirigenti è di € 28.318,02 mentre il Comune di Sciacca applica una media per dirigente di € 32.000. Dunque, meno € 13.102,87 dal valore massimo, e più di € 20.467,00 dal valore minimo tabellare. Lo scostamento, dunque, va verso l’alto, verso il valore massimo e non al contrario.

Su questo argomento, diversi consiglieri comunali concordano sul punto di una rivisitazione verso il basso della retribuzione di posizione. Sarebbe interessante comprendere il pensiero della Giunta Di Paola sull’argomento. Specie a fronte di un ulteriore innalzamento della tassazione che riguarda la raccolta dei rifiuti. Questa è una scelta politica. Quella stessa politica che chiede ai cittadini di fare sacrifici, nonostante abbiamo redditi bassi o prossimi alla soglia della povertà. E’ ovvio che il taglio della retribuzione di posizione non risolverà il grave problema in cui versano i bilanci comunali. Ma se a questo si aggiunge anche la somma di 100 mila euro che annualmente viene spalmata tra i dirigenti per il conseguimento degli obiettivi, allora appare appropriata una scelta che sia in sintonia con la condivisione dei sacrifici.

Ambrogio ha rotto gli indugi, il silenzio. Adesso, la Giunta Di Paola e la maggioranza che la sostiene spieghino alla città cosa intendono fare a proposito. Specie quando davanti alle Tv assumono la faccia contrita nel parlare di tasse e sacrifici dei cittadini e contribuenti. Una buona occasione è quella del dibattito consiliare. Lì, in quel luogo dove il consigliere comunale è rappresentante dei suoi elettori, della gente, della collettività. Lì, in quel luogo dove risuona sempre la frase “per l’interesse della collettività”.

In tal senso, il dibattito nella maggioranza è acceso. Ad esempio, il consigliere comunale Salvatore Alonge evidenzia l’esigenza di applicare ancora la Tarsu al posto della Tares, perché quest’ultima grava pesantemente sulle attività commerciali e produttive, già ridotte all’osso. Il consigliere comunale Mario Turturici parla di rotazione dei dirigenti. Un argomento che rientra a pieno titolo nella verifica di maggioranza. La rotazione dei dirigenti è un tema sentito. Non tanto per il piacere di farla, ma perché si sente un’effettiva esigenza. Si è, in buona sostanza, sul perimetro di quell’argomento che fa parte della spending review, ma dal quale in molti, pur essendone consapevoli, sembrano schivarlo.

La paura di un blocco della macchina amministrativa? Chi amministra ha il dovere nei confronti della collettività di assumere un valore importante: il coraggio delle scelte. Un segnale da inviare alla città è possibile. La riduzione dell’addizionale Irpef, dallo 0,8 allo 0,7 è possibile. Vi sono gli ambiti per tagliare costi per tale abbassamento. Si tratta di una scelta politica.

Senza dimenticare o trralasciare il fatto che proprio sulla retribuzione dirigenziale vi è un rilievo della Corte dei Conti.

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