TASI, VERSO L’1 PER MILLE? MA MANCANO 900 MILA EURO. LA “SOTTILE” GUERRIGLIA IN MAGGIORANZA

Il termine ultimo per determinare la nuova tariffa al 2,5 per mille e’ il 10 settembre. La Giunta “stretta” dalla maggioranza non trova l’attesa sponda

Tra otto giorni scade il termine per inviare al ministero competente le delibere di applicazione delle tariffe relative alla Tasi. A Sciacca tutto tace. Il Consiglio comunale dovrebbe riunirsi e approvare lo schema delle tariffe proposto dalla Giunta municipale.

L’ipotesi che si concretizza sempre più è quella che vede la situazione rimanere così come è. In questo caso, giungendo cioè alla scadenza del 10 settembre senza deliberare le nuove tariffe, la tassa sulla prima casa sarà quella standard, cioè l’1 per mille. Ottima cosa per i proprietari di casa, in quanto vedrebbero si aumentarsi il peso della tassazione, ma in misura inferiore rispetto al 2,5 per mille che la Giunta Di Paola aveva ipotizzato per bilanciare la somma dei costi dei beni indivisibili.

Nella maggioranza c’è parecchio malumore, e diversi consiglieri comunali non vedono di buon occhio l’eventuale aumento della tassa sulla prima casa fino al 2,5 per mille. Da qui l’ostruzionismo in Commissione Bilancio, con la motivata richiesta di documenti e di un piano di simulazione in grado di spiegare chiaramente gli effetti sull’aumento della tassazione nelle tasche dei contribuenti.

Insomma, se Di Paola si è dimostrato “dispiaciuto” per l’eventualità di applicare il 2,5 per mille sulla prima casa, ma “costretto dal continuo taglio dei trasferimenti statali ai Comuni”, tanti consiglieri di maggioranza hanno operato in modo tale da far scorrere il tempo, piuttosto risicato, e costringere la Giunta ad applicare l’aumento minimo dell’1 per mille. Dunque, imporre una retromarcia al sindaco.

La situazione delle entrate è la seguente. Con la tassazione al 2,5 per mille, il Comune incasserebbe 2,9 milioni di euro. Con l’applicazione dell’1 per mille, invece, incasserebbe 2.0 milioni di euro. Dunque, nell’ipotesi, ormai quasi certezza, dell’applicazione dell’aumento minimo, la Giunta dovrebbe racimolare altri 900 mila euro. Qui entra in gioco il suggerimento di un numero nutrito di consiglieri comunali di maggioranza: tagliare le spese e recuperare, in tal modo, 900mila euro. Questo è il delicato, ma indispensabile compito della Giunta guidata da Di Paola.

Prendere la forbice e iniziare a tagliare spese. Una revisione della spesa sulla raccolta dei rifiuti, somma esorbitante, è necessaria. Come lo è indispensabile nel campo delle manifestazioni. Non è più possibile l’uscita di somme esorbitanti per manifestazioni che non hanno mai raggiunto quell’obiettivo da decenni annunciato e mai centrato. Molto probabilmente l’imposta di soggiorno va rimodulata all’insù. L’imposta non ha scoraggiato il flusso dei turisti, che, anzi, risulta in aumento. Vi sono fasce che vanno ritoccate e che non influenzano, certamente, portafoglio turisti facoltosi. A patto, però, che gli introiti dell’imposta vengano spesi in modo utile e intelligente, cosa, in verità, fino ad oggi mancata.

Insomma, nel barile c’è ancora da raschiare. Occorre coraggio e determinazione. Due elementi che avevano caratterizzato la caratura dell’attuale sindaco. Due elementi che ancora oggi non sono emersi.

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