TAR CONDANNA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DOPO RICORSO DI DITTA DI SCIACCA

La Bono srl aveva contestato la mancata aggiudicazione di un appalto

Il Tar condanna la presidenza del consiglio dei ministri dopo il ricorso di una società di Sciacca. La ditta Bono srl si era aggiudicato il servizio di gestione dei materiali derivanti dalla riduzione volumetrica dei relitti e delle imbarcazioni stoccate nelle aree di deposito temporaneo sull’isola di Lampedusa per un importo complessivo di 350 mila euro. Avverso il verbale di gara proponeva un ricorso davanti al Tar Lazio una ditta di Agrigento, la Seap, che era stata esclusa dalla gara, ma il Tar rigettava la richiesta di sospensiva. Con atto di diffida e messa in mora  la ditta saccense aveva invitato la presidenza del consiglio dei ministri a definire la procedura di affidamento del servizio in contestazione. Ma la Presidenza del consiglio non riscontrava tempestivamente l’atto di diffida e messa in mora notificato ad istanza della ditta bono e pertanto quest’ultima, assistita dall’avvocato Girolamo Rubino, proponeva un ricorso per la declaratoria dell’illegittimità del silenzio-rifiuto formatosi. Il Tar Lazio, ritenendo fondate le censura formulate dall’avvocato Rubino, ha accolto il ricorso proposto dalla ditta Bono disponendo che la presidenza del consiglio dei ministri provveda espressamente all’aggiudicazione in favore della ditta Bono entro sessanta giorni dalla data di notifica della sentenza condannando anche la presidenza del consiglio dei ministri al pagamento delle spese giudiziali liquidate in mille euro oltre iva e cassa di previdenza forense.

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