“Sull’acqua la politica agrigentina ha gettato la spugna”
«Con stupore apprendiamo che dopo un anno di attesa la politica ha gettato la spugna – dichiarano Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo e Gero Acquisto, segretari generali rispettivamente di Cgil, Cisl Uil”.
«Nel settembre dello scorso anno – proseguono – sembrava tutto potesse filare liscio. L’Assemblea territoriale idrica di Agrigento sceglieva all’unanimità di puntare sulla Società Consortile per la gestione del servizio idrico integrato. Invece parecchi consigli comunali hanno brillato per inadempienza non approvando lo statuto del nuovo organismo e bloccando così il nuovo corso».
«La politica trova comodo schivare le responsabilità della scelta che adesso competono al solito commissario ad acta. Questo sottrarsi al proprio ruolo di suprema rappresentanza degli interessi della collettività stride con il mandato elettorale che i cittadini conferiscono agli eletti con il voto ad ogni tornata elettorale. Non è peregrino chiedersi cosa ci stiano a fare i politici se non producono atti certi e nei tempi dovuti. Cosa ci stiano a fare se non determinano le condizioni affinché i loro territori possano prosperare riducendone il peso delle difficoltà quotidiane».
«La vicenda dell’Ati agrigentina – sottolineano Buscemi, Gallo e Acquisto – rivela un attenuato senso di responsabilità ai tavoli del confronto. Un anno non è bastato per fare sintesi su di un provvedimento strategico, quale il nuovo sistema di gestione del servizio idrico, che mette a repentaglio importanti risorse economiche. I fondi disponibili rischiano seriamente di andare persi dando un colpo all’efficienza al processo di erogazione idrica nonché all’economia locale che può avere una boccata di ossigeno dai lavori pubblici».
«Quale massimo auspicio confidiamo che il commissariamento risolva i problemi con la massima celerità. Del tempo perduto rimangono solo i veti incrociati di una politica che purtroppo sta perdendo di vista il significato del suo vero ruolo».