Subito grane nel Cda di Aica: il presidente Cantone è incompatibile a norma di Statuto

AGRIGENTO- Sindaci distratti o consapevoli che le regole possono essere infrante? Il dilemma nasce dalla nomina, per acclamazione, si Settimio Cantone a presidente del neo eletto Consiglio di Amministrazione dell’AICA, la società pubblica che gestisce il servizio idrico in provincia agrigentina. Ed essendo “pubblica”, la società ovviamente è calamita dell’avidità della politica.

Dopo le prime “esultazioni” espresse dalla politica e dai sindaci per l’elezione del Cda, sorge la prima grana. E di grane ve ne sono tante, ad iniziare dal debito di 4.5 milioni di euro che significa 225 volte il capitale sociale di AICa di appena 20.000 euro.

La grana nasce dall’articolo all’articolo 17, comma c, che precisa che “chi ricopra la carica di consigliere comunale… né i rispettivi ascendenti, discendenti, parenti ed affini fino al quarto grado” sono compatibili con il ruolo di componente del Cda. Dunque, Statuto alla mano non può ricoprire il ruolo chiunque abbia parenti tra i consiglieri comunali. Un particolare che ha fatto emergere il collega Gioacchino Schicchi. Ma i sindaci hanno ignorato il problema, forse perché non conoscono bene lo Statuto di AICA, la società in cui sono soci.

Il novello presidente del Cda è Settimio Cantone, è fratello del fu presidente della Terme di Sciacca Spa (Carmelo Cantone) e attuale consigliere comunale di Forza Italia. Secondo lo Statuto, Settimio Cantone risulta essere potenzialmente incompatibile con le regole della società che andrà a guidare.

Dopo la presentazione della candidature, nei mesi scorsi, i componenti hanno indicato, su richiesta degli uffici, l’eventuale incompatibilità con lo statuto. Il collega Gioacchino Schicchi evidienzia, in un articolo su Agrigentonotizie, che Settimio Cantone abbia fatto rilevare attraverso l’indicazione di specifici pareri tecnici e legali l’illegittimità della causa di incompatibilità presente nello Statuto. La lo Statuto non è stato in alcun modo modificato prima del voto di oggi ed è a tutti gli effetti vigente a meno di provvedimenti successivi alle nomine.

Nonostante  ciò, ieri è avvenuta la votazione della terna, frutto di una complessa operazione di mediazione politica tra centrodestra e centrosinistra, degna della classica spartizione di matrice politica, e che alla fine non ha accontentato tutti ma ha ottenuto quantomeno la soddisfazione della maggioranza bastevole a chiudere la lunghissima parentesi apertasi a dicembre con la revoca del Cda in carica. Basta ricordare che l’ex dominus della Sogeir, Vincenzo Marinello, società che si occupava di rifiuti, è stato silurato. Marinello è del Pd e vicino alle posizioni dell’onorevole Michele Catanzaro.

Adesso, la fase burocratica spetta agli uffici che dovranno valutare le eventuali cause di incompatibilità previste dallo Statuto. A Settimio Cantone spetterà o rimuovere le cause di incompatibilità o dimettersi, oppure scegliere la strada della giustizia amministrativa. Nella soluzione della rimozione delle cause di incompatibilità rientrano o le dimissioni dal ruolo di componente del Cda o le dimissioni del fratello dalla carica di consigliere comunale, approfittando del fatto che lo statuto nulla dice rispetto ai parenti di amministratori e/o assessori.