Su una vecchia barella per 27 ore al pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca. Saccense scrive a Zappia per raccontare la sua esperienza
SCIACCA. Una settantenne saccense costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca, scrive al commissario del’Asp per raccontare la sua esperienza di utente della struttura sanitaria saccense. Tornata a casa senza per fortuna gravi conseguenze, la donna ha sentito la necessità di mettere su carta le sue riflessioni e dare un contributo affinchè venga premiata la sanità che funziona e vengano risolti i problemi.
Ha scritto una lettera inviata al commissario dell’Asp Mario Zappia e alla nostra redazione. Angela Sclafani non stava bene ed è stata sottoposta a degli accertamenti. Nonostante la situazione di evidente disagio per il malessere che aveva avuto, ha osservato ciò che accadeva attorno a lei, ha visto cose buone e cose che non funzionano. Ed ha voluto dare un contributo affinchè chi ne ha l’autorità possa intervenire per migliore le cose e dare un’assistenza sanitaria efficiente a tutti.
Pubblichiamo interamente il testo delle riflessioni inviate al capo della sanità provinciale, al quale alla fine chiede anche una risposta:
“Il 18 aprile 2021 sono stata ricoverata al pronto soccorso per una aritmia cardiaca dove sono rimasta per 27 ore circa. Essendo rimasta sempre vigile per mia fortuna mio malgrado ho visto passare tre turni di medici e paramedici. Pertanto sento il bisogno di testimoniare il lavoro dir poco estenuante dei nostri medici e tutto il personale paramedico forse non siamo abbastanza grati per il lavoro svolto da loro a un ritmo incredibile fin troppo veloci considerando che si tratta spesso della nostra VITA o della nostra MORTE. Credo fermamente che non si può continuare a tenere il pronto soccorso con il personale medico in queste condizioni cosa dobbiamo fare per farlo capire all’ASP e nello specifico al dott. Zappia ci dobbiamo incatenare davanti all’ospedale? O CI DOBBIAMO INGINOCCHIARE davanti a chi ha il potere di cambiare le cose dott. Zappia non mi rassegno il tempo corre e noi utenti ogni volta che abbiamo bisogno dell’ospedale troviamo sempre le stesse o peggiorate condizioni .Spesso i medici invece di essere ringraziati come meritano vengono insultati perché quando un parente accompagna un familiare al pronto soccorso e deve aspettare ore e ore perde la pazienza e va in escandescenza vogliamo dare torto a chi da un momento all’altro può anche MORIRE?
Dott. Zappia il covid 19 ha aggravato la situazione ma noi non possiamo più aspettare non voglio parlare del fatto che non si trovava una coperta avevo freddo e un mio familiare è andato a casa a prendere una coperta, non parliamo delle pulizia e dei bagni vomitevoli un pronto soccorso che riceve pazienti 24 ore su 24 a quante volte secondo lei bisogna fare pulire? Mi preme portare alla sua conoscenza che alle 2 di notte la Dott.sa. Montalbano ha dovuto accompagnarmi spingendo anche lei la barella insieme all’infermiere reparto cardiologia perché i telefoni non funzionavano e quindi non poteva comunicare le mie condizioni. Sono testimone che gli infermieri sbattono a destra e a manca e che i medici non hanno tempo di respirare . Non si può andare avanti così per questo dott. Zappia le dico ora BASTA prenda con urgenza i provvedimenti del caso e lasci un segno forte della sua presenza per far si che possiamo esserle grati. Ringrazio la dott.sa Montalbano il dott. Scognamiglio in particolare l’infermiere Domenico Crapanzano ragazzo lavoratore e umano mi dispiace non ringraziare un altro ragazzo tanto bravo anche lui ma senza i cartellini è difficile ricordarli comunque ringrazio tutti per il lavoro che giorno per giorno vi tocca affrontare. Dott. Zappia dimenticavo sono stata 27 ore su una barella che forse si ricorda la guerra del 15 18 con le ruote che andavano per i fatti loro nonostante fosse azionato il freno io potrei essere sua mamma lei onestamente potrebbe accettare che sua mamma venisse trattata cosi? Mi auguro un minimo di risposta. Cordiali saluti.
Sclafani Angela