Su “Il Sole 24 Ore” le Terme di Sciacca illustrano le notizie sul “Bonus Terme” che parte domani
SCIACCA. Abbiamo scritto nei giorni scorsi della beffa “bonus terme” che riguarda la città di Sciacca. Con le Terme chiuse dall’aprile del 2015 e con una misura che attiva oltre 50 milioni di euro in tutte le strutture termali della Sicilia, sia Sciacca che Acireale hanno di che rammaricarsi di avere i propri stabilimenti chiusi. Difficile, per non dire impossibile, non pensare all’ennesima occasione sprecata dalla Sicilia nell’apprendere, prima con il varo del “Bonus Terme” e ora con la diffusione dell’elenco delle strutture accreditate, che le Terme di Sciacca e quelle di Acireale sono fuori da questo virtuoso processo economico che porterà importanti risorse al settore.
Alla beffa dell’occasione persa si aggiunge anche quello che, ovviamente in buona fede, sembra essere uno “sfottò e una presa per i fondelli. Alla notizia che da lunedi 8 novembre in tutta Italia tutti i cittadini italiani potranno utilizzare il buono per l’acquisto di servizi termali del valore di 200 euro, il prestigioso quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” mette a corredo una foto delle Terme di Sciacca, albergo e stabilimento. Una foto suggestiva dall’alto, peccato che il quotidiano non sa che le Terme di Sciacca sono chiuse da oltre sei anni e che dal basso, non dall’alto, c’è una situazione di degrado che si può ripristinare con milioni e milioni di euro di investimento.
La Sicilia, ricca di risorse termali, entra nel “bonus terme” con soli due impianti, quelli privati di Montevago e Calatafimi-Segesta. E non ci saranno nè Sciacca e nemmeno Acireale. Uno schiaffo alla politica che ha chiuso gli impianti termali di Sciacca e Acireale perchè i bilanci erano in forte perdita, senza avere però pronto un progetto e un programma di rilancio. La Regione Siciliana, che detiene la proprietà delle due più grandi strutture termali siciliane, dopo averne osservato senza agire la lunga agonia cominciata con il nuovo millennio, da sei anni e mezzo “studia” ancora strategie per varare i progetti futuri. E il territorio ne paga le conseguenze.
Oggi ciò che ulteriormente preoccupa è che la città, ed i saccensi, autorità istituzionali locali comprese, da mesi non sono a conoscenza di ciò che il governo regionale stia facendo per proseguire il processo di privatizzazione con il cosiddetto “Progetto Inail” annunciato dalla stessa Regione nel dicembre del 2020. L’ennesimo annuncio che fa apparire una Regione impegnata su questo fronte, ma che poi non determina risultati concreti. E siamo seriamente preoccupati di essere di fronte al “giochetto”, non nuovo nel mondo della politica, di portare la questione più lungo possibile vicina alle prossime elezioni regionali.
Giuseppe Recca