STRAGE RANDAGI, INDAGINI A TAPPETO. C’E’ ANCHE UN VIDEO

Procura e carabinieri di Sciacca lavorano senza sosta per individuare il criminale (o i criminali) autore della strage dei randagi, una trentina, in località Muciare. Sono state convocate e ascoltate diverse persone. Ribadiamo che si tratta di un gesto criminale perpetrato in modo orrendo, usando un potente veleno farcito a esche di pollo. Un gesto criminale che è stato, purtroppo, presentato come una “soluzione” progettata per ridurre il fenomeno del randagismo.

Intanto, i carabinieri hanno sequestrato il contenuto delle registrazioni avvenute con alcune telecamere di sorveglianza esistenti in zona. Si spera che la memoria dell’hard disk possa consentire di risalire a qualche giorno fa. La zona dove trovavano rifugio i randagi è stata posta sotto sequestro. Un’area, tra l’altro, dove esistono anche diverse quantità di amianto.

Sul fatto criminale avvenuto, l’uccisione di 30 cani tramite avvelenamento, non ci sono dubbi: la condanna è unanime. Ma il gesto criminale di un barbaro non può infangare la città. Tuttavia, vi è un’altra violenza usata contro la città: Facebook è stata invasa da post vergognosi, indicibili. Post che offendono i saccensi, i siciliani. Arrivano da tutta Italia e denotano solo una barbarie frutto di ignoranza e rancore per il Sud. Frasi indicibili che disonorano non noi, ma chi li ha scritti. Chi ama gli animali non odia gli esseri umani. Ma duole e colpisce in modo grave anche il post, poi rimosso, da parte del dirigente generale della Regione, responsabile dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata, Salvo Cocina: “un fatto che esprime tutta la inciviltà e l’ignoranza di un popolo e dei suoi degni amministratori indifferenti o distratti”.

Un alto dirigente della Regione, di un’Istituzione, non può definire in tal modo gli abitanti di una città. Un gesto grave che merita l’attenzione del Presidente della Regione per una convocazione a chiarimento.

Filippo Cardinale