Strage di Ravanusa, oggi udienza preliminare. Audito il direttore tecnico della Sicilianagas: “Non fu il metano a causare l’esplosione”

AGRIGENTO- Si è celebrata, oggi, l’udienza preliminare dinanzi al Gip di Agrigento Zampino. Riguarda la terribile strage causata da una esplosione in via Trilussa provocando 10 morti e 3 feriti, l’11 dicembre 2021.  Nel corso dell’udienza preliminare di oggi è stato audito l’imputato Catalano Guido, 77 anni, a suo tempo direttore tecnico di Sicilianagas, anche durante la posa della conduttura di metano a Ravanusa.

Catalano ha negato ogni sua responsabilità e ha fornito una versione diversa da quella effettuata dagli inquirenti. Una versione, quella fornita da Catalano, che si basa sul verificarsi di una doppia esplosione. In buona sostanza, una sorta di reazione a catena nella quale la prima esplosione sarebbe stata causata dalla dispersione di Gpl. Catalano, incalzato dai due magistrati inquirenti, Vella e Sbocchia, ha detto che l’ esplosione non è da imputare al metano. In buona sostanza, secondo Catalano, sarebbe avvenuta una prima esplosione che poi avrebbe generato la seconda interessando la condotta di metano.

Secondo quanto riferito da Catalano, ci sarebbe stato uno sversamento di gas Gpl che prima dell’evento esplosivo si trovava disperso in strada, sia in via Trilussa che in via Pascoli. Sversamento che non è chiaro da quale bombola di Gpl presente nella zona. Tale sversamento, ad un tratto, sarebbe esplosa. Ma non è chiara la causa. Questa prima esplosione ne avrebbe causato una seconda. A tal proposito Catalano non ha precisato il luogo esatto della seconda esplosione. Per l’imputato, anche la seconda esplosione non sarebbe stata causata dal metano ma verosimilmente da benzina, o fertilizzante, presente in una delle case di via Trilussa.

Nel corso dell’audizione, Catalano ha detto anche che la frattura della condotta del metano evidenziata dalle investigazioni, nel cosiddetto raccordo ad S in via Trilussa, di fronte casa del professore Carmina, non è l’evento che ha causato le due esplosioni. Secondo Catalano, la frattura sarebbe stata causata dalle esplosioni. In buona sostanza, il gas metano, secondo la ricostruzione di Catalano, sarebbe fuoriuscito dopo le esplosioni, liberandosi nell’atmosfera.

Adesso i magistrati inquirenti faranno le proprie valutazioni, per capire anche la quantità di Gpl libero avrebbe potuto esserci nell’aria in via Trilussa per causare l’esplosione e un danno talmente enorme da causare diversi crolli e con 10 vittime.

La prossima udienza è stata fissata per giorno 30  aprile sia per la discussione della pubblica accusa che per le difese per quanto riguarda il troncone che attualmente vede due indagati in sede di udienza preliminare con la richiesta di rinvio a giudizio della pubblica accusa.

Nel secondo troncone la pubblica accusa avanzerà la richiesta di archiviazione per alcuni indagati dipendenti della Italgas. Richiesta di archiviazione che vede l’opposizione della parte civile. La Procura ha chiesto di archiviare le accuse nei confronti di altri dieci indagati, tutti responsabili, tecnici o dirigenti della Italgas spa: Pier Lorenzo Dell’Orco, Angelo Facchini, Luca Sabato, Valeria Vignolo, Sandro Lacidogna, Agostino Massimo Limonta, Arturo Iasso, Ivan Fontana, Giuseppe Campo e Carmelo Di Stefano.

Sul banco degli imputati pure Carmelo Burgarello, 88 anni, responsabile tecnico della «Amica srl».

Le vittime dell’esplosione sono: Pietro Carmina, Maria Crescenza «Enza» Zagarrio, Calogera Gioacchina Minacori, Selene Pagliarello di Campobello di Licata ed il marito, Giuseppe Carmina oltre al bambino che la trentenne campobellese portava in grembo, Carmela Scibetta, moglie del professore Pietro Carmina, Angelo Carmina, Calogero Carmina e un
altro Giuseppe Carmina di 33 anni. Due, invece, le ferite sopravvissute: Giuseppa Montana e Rosa Carmina.

Filippo Cardinale