Stop a mega impianto eolico a Sciacca. Regione accoglie osservazioni tecniche di Italia Nostra e Wwf

Un risultato ottenuto grazie alla relazione dell’ingegnere saccense Mario Di Giovanna, da cui sono emerse molte carenze dello studio di impatto ambientale presentato alla Regione da una società con sede a Milano

Mario Di Giovanna

SCIACCA. La commissione tecnica regionale ha dato parere negativo ad un progetto per la realizzazione di un impianto eolico con 6 aerogeneratori di potenza complessiva di 30 mega watt che si sarebbe dovuto realizzare nel territorio comunale di Sciacca. Il progetto era stato proposto all’assessorato regionale territorio e ambiente attraverso l’istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, dalla società Engie Grecanico con sede a Milano. Prevedeva anche opere connesse anche nei Comuni di Caltabellotta, Calamonaci, Ribera e Villafranca Sicula. Il rigetto impedisce quindi alla società lombarda di realizzare l’opera. Un risultato ottenuto grazie alle osservazioni tecniche presentate da Wwf e Italia Nostra attraverso una relazione dell’ingegnere saccense Mario Di Giovanna. Dalla relazione sono emerse molte carenze dello studio di impatto ambientale prodotto dalla società proponente, ed in particolare erano state trascurate importanti emergenze ambientali e paesaggistiche, presenti nel territorio di Sciacca, come avifauna protetta, punti panoramici, zone turistiche etc.. “In sostanza – ci dice un Di Giovanna soddisfatto al pari di Calogero Segreto di Italia Nostra –
era stata incardinata una procedura ambientale errata per la reale potenza dell’impianto. Non erano stati sottolineati i contrasti dell’impianto con le localizzazioni previste nel Piano Energetico Siciliano e con gli obiettivi di potenza da raggiungere in Sicilia concordati in sede europea che, sono stati ampiamente superati”. La commissione tecnica Via ha concordato anche sulla denuncia del mancato esperimento di importanti procedure di garanzia ambientale come la Valutazione di Incidenza Ambientale di secondo livello, necessaria in presenza di specie protette dalla rete Natura 2000. Oltre alle invasive pale eoliche alte 200 metri, il progetto prevedeva un elettrodotto in cavo interrato, in media tensione, per il vettoriamento dell’energia prodotta dagli aerogeneratori verso la stazione elettrica di trasformazione, una nuova stazione di utenza e delle opere condivise dell’impianto di utenza.