Statuto fondazione per Agrigento Capitale della Cultura 2025, le preoccupazioni di Mangiacavallo (video)

AGRIGENTO- Ieri, il Cda dell’Empedocle Consorzio Universitario di Agrigento si è riunito per valutare la proposta di statuto esitata dalla Giunta del Comune di Agrigento per la creazione di una Fondazione per il progetto di Capitale italiana della cultura 2025.

Il Consiglio di Amministrazione ha proceduto ad un attento esame dello schema di statuto, anche in considerazione della prevista partecipazione di ECUA come Socio Fondatore della costituenda Fondazione, rilevando tuttavia che – nonostante le ripetute richieste rivolte al sindaco Franco Micciché da parte del presidente del Consorzio – sarebbe stato preferibile che lo schema approvato dalla Giunta Comunale di Agrigento, fosse stato redatto con la partecipazione contemporanea dei vari enti chiamati a farne parte.

Il Cda ha altresì preso atto di un ritardo di più di 4 mesi rispetto alla data di proclamazione di Capitale della cultura, e ha quindi preferito procedere ad una parziale modifica del testo proposto, anziché addivenire ad una più dettagliata revisione del contenuto, che avrebbe provocato un ulteriore pericoloso ritardo.

In particolare Ecua ha proposto di emendare l’articolo 8 che esclude l’associazione MeNo dal novero dei soci fondatori (così come già previsto dal progetto di candidatura), anche in considerazione del fatto che questo inserimento comporterebbe una disparità rispetto ad altre istituzioni pubbliche o private che, pur avendo contribuito al progetto di candidatura in modo gratuito e spontaneo, avrebbero maggiore diritto di partecipazione quali soci fondatori.

Il Cda ritiene insostenibile, principalmente sul piano etico che l’associazione MeNo, soprattutto se socio fondatore possa d’imperio essere incaricata di gestire per il primo triennio, cioè quello in cui si produrrà il maggiore impegno economico-finanziario, attività importanti e fondamentali che richiedono elevatissime competenze e rilevanti esperienze, oltre ad una indispensabile terzietà rispetto agli organismi gestionali.

Sarebbe opportuno, oltre che moralmente sostenibile, che per il conferimento di incarichi, per l’affidamento di servizi e per lo svolgimento di attività che comportano impegni economici, si procedesse con selezioni per evidenza pubblica e procedure trasparenti e giuridicamente ineccepibili, nel pieno rispetto di quanto stabilito da Anac. Il Cda inoltre chiede l’abolizione dell’articolo 12 che attribuisce al sindaco il ruolo di presidente onorario (peraltro ben oltre il suo mandato) e la modifica dell’articolo 13 che rimodula il numero dei componenti del consiglio di amministrazione, consentendo anche l’ingresso ad un rappresentante dei Sindaci e ad un componente scelto dall’Assemblea dei soci.

Intervista presidente Ecua, Antonino Mangiacavallo