STASERA LA MAGGIORANZA SI RIUNISCE TRA FIBRILLAZIONI E MALUMORI
Alla vigilia del Consiglio comunale di domani sera, la maggioranza (meglio ex) si riunisce su invito del sindaco Francesca Valenti. Domani sera è all’ordine del giorno un punto delicato: la variazione agli stanziamenti di bilancio di previsione 2018/2020 esercizio 2019.
Tutto diventa più difficile per la coalizione che ha vinto le elezioni e che governa la città. Si è ridotta da 14 consiglieri a 12, ma è un numero che già sulla carta non esiste più e che fa scendere a 11 il numero dei consiglieri che si definiscono di maggioranza. Il consigliere comunale Paolo Mandracchia proclamerà la sua “indipendenza”. Sono evidenti i segnali lanciati nelle ultime sedute consiliari. A questi va aggiunto un “fuori onda” al veleno e a base di “carpette”. Improperi che all’ex assessore non sono andati giù e ha accelerato quella decisione che maturava da tempo.
Con l’indipendenza di Paolo Mandracchia si scioglie anche il gruppo consiliare di Uniti per Sciacca, cui fa parte Fabio Leonte che è anche assessore in quota alla lista civica. Lista che fece ingresso in Aula con 3 consiglieri eletti, Cinzia Deliberto (191 voti), Paolo Mandracchia (507 voti) e Fabio Leonte (439 voti). Da non dimenticare anche che, nell’arco del primo biennio di Amministrazione Valenti che sta per concludersi, un altro gruppo consiliare si è sgretolato. La lista civica del sindaco, Nostra Sciacca- nella quale sono stati eletti due consiglieri, Carmela Santangelo (464 voti) ed Ezio Di Prima (286 voti)- non esiste più dopo la fuoriuscita della Santangelo.
Con l’indipendenza di Paolo Mandracchia, Uniti per Sciacca non avrà rappresentanza nelle conferenze dei capigruppo. Ma al di là di questo particolare, la maggioranza, o meglio quel che resta della maggioranza, deve affrontare seri problemi di numeri in Consiglio comunale. Può solo contare sulle assenze “strategiche” di qualche componente delle opposizioni. Ma di questo faremo un monitoraggio per far comprendere ai nostri lettori quel che succede dietro le quinte dell’Aula consiliare.
Dunque, stasera il sindaco chiama a raccolta i consiglieri che lo sostengono. Bisogna organizzarsi per la seduta di domani sera, ma anche discutere per le due nomine di assessori che faranno salire da 5 a 7 i componenti della Giunta. Insomma, qualche promessa di poltrona per lenire diversi mal di pancia.
A distanza di due anni, la coalizione vincente ha perso tre consiglieri per un totale di 1.162 voti ai quali vanno aggiunti i 491 di Filippo Bellanca. Un totale complessivo di 1.653 voti. In buona sostanza, una sottrazione che di fatto ha mutato quel quadro politico che ha segnato la vittoria dell’attuale sindaco.
Resta ancora vivo, almeno mentre scriviamo, il “giallo” del giuramento del “presentato” assessore Sino Caracappa, il quale, nonostante la determina già pubblicata sull’albo pretorio online (determina sindacale n. 17 del 28/05/2019 pubblicata il 31 maggio), non ha ancora prestato giuramento. La presentazione in pompa magna da parte del PD risale allo scorso 18 maggio.
Oggetto di discussione sarà anche l’intervista del deputato Pd Michele Catanzaro, rilasciata all’emittente RMK. Catanzaro ha accusato “parte della maggioranza” di “aver sbagliato”. Il riferimento è alla querelle sulla designazione di Sino Caracappa e la pirandelliana vicenda sorta attorno alla delega della Cultura. Un messaggio, quello di Catanzaro che sembra rivolto a Sicilia Futura.
Ha destato perplessità, ma anche stupore, un altro passaggio dell’intervista di Catanzaro: “Sino Caracappa, anche se non ha giurato ancora, è già al lavoro”. Un passaggio delicato che proviene da un uomo che rappresenta le istituzioni. Il giuramento è il passaggio sostanziale che dà efficacia alla determina sindacale di nomina. Qualcuno si chiede: “A che titolo Caracappa è già al lavoro?”. Nell’intervista, Catanzaro spiega che “si lavora a fari spenti”, nel senso che l’Amministrazione è operosa senza bisogno di eco mediatico. Ritorna in mente, però, “Emozioni”, quella splendida canzone del grandissimo Lucio Battisti: E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
se poi è tanto difficile morire. L’emozione di guidare a fare spenti porta seri pericoli. Specie quando è assente il chiaro di luna.
Filippo Cardinale