LIDO SALUS, SPIAGGIA… GIUNGLA
Sciacca città turistica, di tutto e di più si offre a chi vi soggiorna, mentre i saccensi sono costretti a bere l’amaro calice della bassa qualità di vita che impera senza rotta invertire. La spiaggia Lido Salus, regina dell’offerta del mare negli anni che furono, è stata declassata a Cenerentola. Difficile effettuare la pulizia perché da circa tre anni il confine tra la spiaggia Lido Salus e Tonnara è stato oggetto di mareggiate ed erosione fino a mangiarsi la sabbia e trasformare il tratto da sabbia a mare.
Il trattore per la pulizia non può, dunque, accedere per la pulizia della spiaggia Lido Salus. Tempo fa, esso accedeva da un tratto di stradella posto tra la spiaggia Lido Salus e l’inizio dello Stazzone. Poi un privato pensò di recintare un fazzoletto di terra di sua proprietà togliendo, così, la possibilità al trattore di accedere in spiaggia. Su quel fazzoletto, il proprietario nulla può realizzare. Ma la proprietà è sacra e supera anche l’autorità di un Comune che, per esigenza di igiene pubblica, può produrre quegli atti idonei a consentire il passaggio del mezzo per la pulizia. Ma a Sciacca, chi prende un turco se lo tiene stretto.
Giungere sulla spiaggia dall’accesso con scalinata realizzata con soldi del Comune (di fronte al numero civico 134 della via Lido) è impossibile. Non solo perché somiglia ad una giungla, ma anche perché privati fanno il bello e il cattivo tempo.
Vi era anche una scaletta in legno collocata dal Comune. Ma le mareggiate l’hanno distrutta (foto). Tutto tace, tranne un’interrogazione presentata all’Amministrazione, giorni fa, dai consiglieri comunali Giuseppe Milioti e Calogero Filippo Bono. Quando si risponderà? Campa cavallo che l’erba cresce (la città è piena di erbacce).
Ma a Sciacca l’orologio della burocrazia e della politica ha un ingranaggio che gira con i suoi tempi, tutto rallentando. Spesso calpestando anche i più elementari diritti dei cittadini, come quello di accedere alla spiaggia. Sciacca puoi solo amarla. Menomale, perché la voglia di andare via è tanta.
Filippo Cardinale