“SPARITA” LA MOSTRA PERMANETE DEL MAESTRO PATTI
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La cultura nella nostra città ha un ruolo centrale tanto da far occupare le opere d’arte esposte un ruolo “centrale” all’interno del luogo espositivo. Ci scusiamo non i nostri lettori per il bisticcio delle parole, ma è necessario e spieghiamo il perché.
Lo scorso anno era stata ricavata, all’interno dell’edificio monumentale Sant’Anna, una sala (entrando a sinistra a piano terra) adibita alla mostra permanente della ceramica. Il professore Gaspare Patti aveva messo a disposizione tante sue opere a beneficio dei visitatori.
Stanza allestita con gusto, bel illuminata, espositori degni dell’iniziativa espositiva. Insomma, si arricchiva il percorso culturale-artistico della città, a due passi dalla casa museo Scaglione. La mostra permanente al Sant’Anna è stata riconosciuta anche dalla Associazione Italiana Città delle Ceramiche.
Giorni fa, un facoltoso collezionista di opere d’arte e ceramiche, entrò nel laboratorio del professore Patti. Discutendo, il maestro invitò il collezionista a visitare la mostra permanente, anche per far notare che Sciacca dedica spazio alla cultura, alla maestria artigianale.
Da premettere che in questa città, vocata al turismo e alla cultura, ci sono sempre problemi di custodi, di gente che sta nei musei non solo a dare qualche indicazione, ma essenzialmente a garantire l’apertura e la chiusura dei siti.
Il maestro Patti e il collezionista si avviano verso il Sant’Anna, attraversando il neo parcheggio di piazza Duomo, tra un zig-zag e l’altro. Ma la sorpresa deve ancora verificarsi.
Il maestro e il collezionista giungono alla “mostra permanente”, ma la porta è chiusa. Non si preoccupi, assicura il collezionista, ho le chiavi. Ecco la sorpresa. Aperta la porta della sala espositiva, lo stupore è grande. Tutte le opere che erano esposte si trovano accatastate al centro della sala, mentre lungo il perimetro sono stati collocati vecchi scaffali.
Ovviamente, la delusione è più grande della sorpresa. Il maestro d’arte e il collezionista girano e ritornano con grande amarezza. Nessuna spiegazione, secondo quanto ci racconta il maestro Patti, è stata offerta al noto artigiano, il quale, giustamente arrabbiato e deluso, ritira le sue opere.
Quando all’inizio abbiamo scritto che la cultura nella nostra città è al centro, non volevamo certamente indicare il ruolo propulsivo che essa deve avere. Eppure, in campagna elettorale si è abusato del termine. Ma neanche immaginavamo che la cultura potesse essere collocata al centro di una sala come roba ingombrante.
(Nella foto la sala della mostra permanente com’era fino a qualche giorno fa)
Filippo Cardinale