SP 34 BIVONA-BIVIO TAMBURELLO: LA VERGOGNA. IL DEGRADO DELLA VIABILITA’ E’ LO SPECCHIO DELLA POLITICA

Tutte le foto pubblicate le abbiamo scattate noi del Corrieredisciacca. E’ la strada provinciale 34 che collega Bivona, la Quisquina, con il bivio Tamburello, e quindi con Ribera e Sciacca. E’ la strada provinciale che collega la costa con la montagna. Una montagna ricca dal punto di vista paesaggistico, ma anche dal punto di vista delle  eccellenze agricole e zootecniche. Conduce anche alla diga Castello, un luogo suggestivo dal punto di vista naturalistico, oltre che fonte indispensabile per l’irrigazione a migliaia e migliaia di ettari di terreni coltivati a frutteto.

E’ una strada provinciale che rispecchia lo sfascio di una provincia costretta a subire la mortificazione di una viabilità interna non solo degradata, pericolosa, ma che premette il futuro immediato di paesini che soffrono l’isolamento oltre che lo spopolamento di giovani costretti a lasciare la loro terra in cerca di fortuna altrove.

Definire strada la SP 34 è davvero uno sforzo enorme. Molto probabilmente, la Parigi-Dakar è meno impegnativa. La strada risente della mancanza di manutenzione, dei danni dei nubifragi. Percorrendola si tocca con mano l’abbandono. Lo si nota non solo per la ricchezza di smottamenti, frane, buche, ma anche per il dominio di erbacce, cespugli che invadono quel poco di carreggiata che rimane.

C’è una tabella, al bivio Tamburello, che avverte l’intervento della Regione Sicilia, Assessorato Infrastrutture e Mobilità-Trasporti. Già la denominazione fa ridere perché cozza col significato della mobilità che esprime la SP 34.

Sulla tabella sono indicati gli interventi: al km 1+600, 11+700 e 11+900. Importo 482.914 euro. La consegna dei lavori è avvenuta il 25 giugno scorso e l’ultimazione dei lavori è prevista il 24 giugno del prossimo anno. In verità, abbiamo visto solo un cantiere che sta operando in un pezzo di strada di 10 metri.

A percorrere la SP 34, pensando alla tabella, ci viene di ridere ancora di più. E’ tutta la strada che ha bisogno di un radicale intervento. Mobilità e Infrastrutture significa altro, almeno nell’idea europea. Ma ci viene da pensare anche al futuro dei paesi agrigentini (e non solo) posti all’interno della nostra provincia. Soffrono evidenti difficoltà demografiche ed economiche. Se in più la politica aggiunge la trascuratezza della viabilità con interventi significativi, il risultato è abbastanza evidente. E non occorre essere maghi.

Filippo Cardinale


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