SOPPRESSIONE PROVINCE, LAZZANO NON E’ D’ACCORDO E SCRIVE AL NOSTRO GIORNALE

In merito alla questione della soppressione delle Province, per la quale abbiamo scritto una nostra considerazione, il consigliere provinciale Mario Lazzano ha scritto una lettera al nostro direttore. Lettera che pubblichiamo integralmente.

 

Caro Direttore,

nutro troppa stima nei suoi confronti per polemizzare con Lei circa la vicenda che riguarda la soppressione delle Province in Sicilia che ritengo sia un atto Incostituzionale alla luce di diversi pareri di insigni Costituzionalisti che non sono stati presi in considerazione dal Commissario dello Stato in Sicilia. Tant’è che l’UPI ,Unione Province d’Italia si sta apprestando a presentare un circostanziato ricorso alla Corte Costituzionale per i vizi di Incostituzionalità palesi che sono stati calpestati.

La mia non è una difesa d’ufficio delle Province , in quanto chi Le scrive non è stato mai “nominato” ma eletto dai Cittadini. Le Province certamente vanno si riempite di contenuti ma non svuotate o peggio cancellate per organizzare 33 Consorzi in Sicilia con le ricadute sia sul piano della organizzazzione che dei costi che saranno non indifferenti. Le stade. Le scuole non verranno mica bombardate ma di sicuro ci sarà un altro Ente che le dovrà gestire!

Il personale non va buttato ihn mezzo alla strada ma andrà tutelato.Se il problema era solo il gettone di presenza dei Consiglieri e degli Amministratori questo bastava leggere il disegno di Legge del PDL e dell’On Nello Musumeci per capire quale era la nostra proposta di modifica senza demagogia e senza populismo alla Crpocetta per ingraziosirsi i Grillini che gli devono approvare la prossima finanziaria considerato che Crocetta non gode di maggioranza all’Ars. Ma questa è storia che vedrà il Parlamento Siciliano impegnato nei prossimi mesi ad una Legge organica di riassetto di tutti gli EE.LL. in Sicilia.

Per quel che concerne la valutazione che Lei da dei Consiglieri Provinciali di Sciacca, non sono d’accordo quando Lei afferma che sono stati la senza fare niente o peggio senza vigilare sull’attività della Giunta di Governo.

Per quel che mi riguarda, la mia attività politico amministativa è sotto gli occhi di tutti, il mio “fatturato politico di questi anni” è ben visibile su tutti i siti web della nostra Provincia, basta inserire il mio nome e cognome su internet vedrà qual’è stata la mia attività in questi anni. Di solito non polemizzo mai con la stampa anche perchè,ritengo che la stampa deve, dico deve, dare informazione su tutto l’andamento della P.A. con imparzialità e obiettività, non facendo di tutta l’erba un fascio. I miei interventi,le interrogazioni,le mozioni,gli Ordini del Giorno, sono agli atti della Provincia e non solo. Basta andare a cercare.

La saluto con la stima di sempre. F.to Mario Lazzano

 

Caro consigliere provinciale Lazzano,

non è un a questione di polemica affatto. So quanto impegno profonde Lei nell’attività politica. Del resto la scuola familiare da cui proviene è stata edificata su alti valori.

Mi consenta, però, di evidenziare un fatto. La Provincia ha competenza specifica sull’ediliza degli istituti scolastici superiori e sulla viabilità. Ambedue i settori sono un disastro e sofforno un’arretratezza che è sotto gli occhi di tutti e da tutti criticata. La Provincia regionale di agrigento ha fallito proprio sui compiti più delicati, più importanti per lo sviluppo di un territorio. Non c’è giustificazione.

Sono consapevole del suo “fatturato” politico-amministrativo e del suo impegno nell’attività politica. Però, mi consenta, di riportarle un passo del libro “Le parrocchie di Regalpietra”, il cui autore è il nostro conterraneo Leonardo Sciascia. Le seguenti parole sono incise su una targa posta all’ingresso del circolo dei minatori di Racalmuto.

“….Una volta, al circolo dei minatori venne un deputato nazionale, ascoltò i salinari. Raccontavano miseria e l’onorevole chiudeva gli occhi come in preda a indicibile sofferenza. Infine diede un calcio al tavolo, dicendo che, perdio, bisognava far qualcosa; dal tavolo cadde una lampada e andò a pezzi. L’onorevole promise grandi cose; ai minatori toccò comprare una lampada nuova…”

Cordiali saluti. Filippo Cardinale

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