Sinergia per cancellare l’etichetta di “Terra del terremoto”
“Primavera del Belìce”: questo il titolo della giornata di studio organizzata oggi nel Parco archeologico di Selinunte, all’interno del Baglio Florio, dal quotidiano “La Sicilia” allo scopo di sollecitare sindaci e “attori” del territorio ad attivare progetti sinergici e non frammentati per valorizzare le tante eccellenze presenti nel territorio. Un progetto che il quotidiano catanese ha realizzato nel territorio grazie ad uno staff formato dai giornalisti Giuseppe Recca e Stelio Zaccaria e del responsabile commerciale Paolo Oliveri.
All’incontro sono intervenuti Domenico Ciancio e Antonello Piraneo, rispettivamente editore e direttore responsabile de “La Sicilia” e il direttore del Parco archeologico Bernardo Agrò. Hanno accolto il loro invito a Selinunte sindaci, parlamentari regionali, responsabili dei distretti turistici, funzionari degli assessorati regionali al Turismo e ai Beni culturali, imprenditori alberghieri e commerciali. Nella fase iniziale del convegno è intervenuto anche il prefetto Filippina Cocuzza.
Al termine è stata proposta la sottoscrizione di una “Carta del Belìce” per portare avanti insieme questo progetto, nell’ambito di un partenariato pubblico-privato che sia in grado di rilanciare il Belìce come destinazione turistica a livello nazionale e internazionale.
“L’obiettivo – ha detto il direttore de ‘La Sicilia’ Antonello Piraneo – è di far parlare territori che troppo spesso appaiono scollegati tra di loro, ma anche di dimostrare che un giornale non è solo una sommatoria di notizie, ma può essere una sponda utile per il territorio per far diventare il Belìce un brand in grado di raccogliere le sfide del futuro”.
“Questa iniziativa – ha aggiunto il direttore del Parco Bernardo Agrò – si incardina nell’azione che il parco persegue nel territorio come attrattore turistico e culturale, attraverso l’insegnamento del riconoscimento della sua bellezza . Un apprezzamento va all’Illuminato editore de La Sicilia sia per la scelta condivisa del luogo, sia per il progetto, che vuole costituire una svolta all’immagine del Belìce, con un atto formale. La ‘carta’ firmata proprio a Selinunte”.