SINDACO E MANAGER ASP, E’ SCONTRO TOTALE. SI E’ SUPERATO IL LIMITE DELLA DEMOCRAZIA. ECCO LE LETTERE

Durissima lettera di risposta al sindaco da parte dell’Asp di Agrigento

Prima di scrivere sullo scontro tra il sindaco di Sciacca, massima istituzione rappresentativa, e il direttore generale dell’Asp di Agrigento, è necessario svuotare una rabbia che è diventata indigeribile. Nella lettera che Ficarra ha inviato al sindaco di Sciacca, il manager tira in ballo la stampa locale che farebbe da cassa di risonanza alle lamentele del sindaco generando, addirittura, tensione sociale.

Egregio manager, noi giornalisti non facciamo da spalla a nessuno. Raccogliamo le proteste quotidiane dei cittadini, denunciamo ciò che constatiamo direttamente. Non si permetta, dunque, di dipingerci con un profilo che non abbiamo, che non ci appartiene. Ognuno di noi svolge un ruolo, in piena autonomia. Non siamo yesman , ma soprattutto non dobbiamo riferire alla politica. Non abbiamo obiettivi da raggiungere per essere riconfermati nel ruolo. Abbiamo come referente solo la nostra coscienza. Quella coscienza che dedichiamo alle lamentele e alle istanze che provengono dai cittadini. Specie quelli che devono lottare contro disservizi nel campo più delicato del nostro essere: la salute.

Fatta questa premessa, passiamo ai fatti di cronaca. Due lettere sono oggetto di un acerrimo scontro che vede sul campo di battaglia la massima istituzione cittadina, il sindaco, e il massimo vertice dell’Asp di Agrigento, il direttore generale. Il contenuto della lettera del manager dell’Asp evidenzia alcuni aspetti che ci lasciano perplessi.

Esaminiamoli. Scrive il manager al sindaco di Sciacca: “Lei potrà essere ricevuto ad Agrigento previo appuntamento da fissare almeno 48 prima e con una delegazione che non speri il numero di tre persone”. Un numero, questo, che ci ricorda tempi tristi e che fortunatamente sono stati riposti nella soffitta della storia. La cifra di 3 persone, in quel periodo, metteva a rischio l’ordine non democratico di allora. Oggi, questo numero è riportato alla ribalta. Sembra proprio che una delegazione portatrice di istanze collettive se supera il numero di tre sia un attentato alla democrazia.

Secondo. Il manager dell’Asp definisce il Comitato Civico per la Salute, “poco civico”, in quanto costituito da “politici” del luogo. Sembra il tempo della Santa Inquisizione. Periodo terribile sotto l’egida di Papi sciagurati. Il Comitato Civico per la Salute è costituito da cittadini, associazioni, professionisti di alto valore. L’avvocato Cucchiara, presidente del sodalizio, ha speso la sua carriera al servizio dello Stato come segretario comunale. Ha reso servizio alla collettività saccense come sindaco, continua il suo impegno come affermato amministrativista. Prima di mandare al rogo illustri cittadini, magari accogliendo suggerimenti da compiacenti per tornaconto personale, sarebbe il caso di comprendere meglio le istanze che provengono dai cittadini. Il manager dell’Asp si pregia aver querelato l’avvocato Cucchiara.

Terzo. Nella lettera che il manager dell’Asp di Agrigento ha inviato al sindaco di Sciacca è citato anche il parroco di Sambuca di Sicilia, reo di aver svolto un’omelia sollecitando la classe politica ad interessarsi delle criticità dei servizi erogati dall’ospedale saccense. Il manager dell’Asp di Agrigento ha scritto che “ha fatto le rimostranze a chi di dovere”.

Ci sembra davvero tutto assurdo, se non allucinante. Bisogna bacchettare “il clero” perché denuncia disfunzioni nei servizi al Giovanni Paolo II. Evidenziando, nella lettera, un limite territoriale. Il parroco è di Sambuca di Sicilia. E allora? L’ospedale è di un vasto territorio ce comprende anche porzioni di territorio elle province palermitane e trapanesi. La corrispondenza dell’Asp e quella del sindaco evidenziano aspetti che sono deragliati dal solco dei normali rapporti istituzionali.

Il sindaco Di Paola può anche non piacere, ma una verità è inconfutabile. Di Paola è criticato per il suo “troppo rispetto” delle istituzioni, è criticato per le sue “edulcorate” lettere interlocutorie. Diversamente, la lettera del manager dell’Asp di Agrigento ci sembra abbia utilizzato toni non convenzionali.

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