SINDACI, TESTIMONI INERMI DI UN’AGONIA. A RIBERA 6 MILIONI DI EURO IN MENO IN DUE ANNI
I sindaci sono diventati testimoni inermi dell’agonia del proprio Ente locale. I tagli dei trasferimenti statali e regionali rendono di fatto ingovernabile il Comune. I sindaci sono diventati meri esattori di uno Stato ingordo che fa da idrovora succhiando dal portafoglio delle famiglie l’inverosimile con l’istituzione di tasse e balzelli.
L’Imu è l’esempio eclatante, e il contribuente tartassato se ne renderà conto a quando pagherà il saldo a dicembre. A Ribera l’Imu dovrà essere deliberata nei prossimi giorni. Sarà una stangata che piegherà ancor di più i riberesi, che da anni subiscono una crisi senza precedenti di un’agricoltura ammazzata anche dalle “liberalizzazioni” europee che consentono l’ingresso di agrumi dai paesi africani. Abbiamo i numeri che riguardano il Comune di Ribera.
Leggendoli ci siamo resi conto quanto sia difficile per il sindaco, qualunque fosse, amministrare il paese. Anzi è obiettivamente e oggettivamente impossibile.
In una azienda privata, in una società per azioni, la prima cosa che farebbe l’amministratore delegato è quella di ridurre il personale del 50%. E non si illudano i dipendenti comunali perché per loro, e per quelli pubblici in genere, la mobilità è ormai una cosa certa. Gli esuberi sono un problema da affrontare, e si affronterà con gli ammortizzatori sociali. La certezza del posto pubblico sicuro è un retaggio. Il Comune di Ribera ha subito dal 2010 al 2012 tagli ai trasferimenti regionali e statali pari a 3.9 milioni di euro. E’ passato, infatti, dagli 8.5 milioni di euro nel 2010 a 4.6 milioni di euro nel 2012. Sul Comune di Ribera arriva la mazzata dei debiti fuori bilancio.
Carmelo Pace, non per colpa della sua amministrazione, deve fronteggiare debiti fuori bilancio per circa 800 mila euro. In questi due anni ne sono spuntati 750.000 di nuovi e pregressi al suo insediamento. L’ultimo debito fuori bilancio riguarda una sentenza di qualche giorno fa su espropri fatti anni fa da un’altra amministrazione che ha generato in contenzioso finito con l’emissione di una sentenza definitiva e che diventa a giorni esecutiva. Nel mondo del sociale, facendo l’esempio dei ricoveri d’obbligo, quelli cioè disposti dalle autorità giudiziarie, la cifra a carico del Comune passa da 160 mila euro annuali a circa 700 mila euro. Non c’è più l’intervento della Regione e, dunque, le maggiori spese sono tutte a carico del Comune. Il Patto di stabilità impone un perimetro di pareggio che è di 1.000.000 di euro in più. Il Comune deve garantire la cifra di 1.434.000 di “risparmio” forzato a fronte dei precedenti 460 mila euro.
A fronte di queste cifre da Caporetto, vi è la spesa corrente che riguarda il personale. Il personale comunale costa 7,5 milioni di euro a fronte di un bilancio di 15 milioni di euro. Incide per il 50%. Queste cifre sono chiari indicatori di un’impossibilità a governare un paese. L’esempio di Ribera equivale a tutti i Comuni, perché gli enti locali si trovano tutti nella stessa barca. Rispetto a tale quadro sembrano disperdersi nel nulla le proteste dei sindaci i quali non vengono ascoltati. Monti tira per la sua parte. Del resto, ogni giorno dietro la porta dei sindaci ci sono i cittadini inferociti e disperati. Non vanno mica a bussare da Monti.
Noi “stizzinosi” abbiamo come riferimento diretto l’istituzione locale e, quindi, il sindaco. Due sono le strade davanti ai sindaci: andare avanti borbottando ma aumentando le tasse “in nome delle disposizioni dello Stato”, oppure protestare con forme eclatanti: le dimissioni di massa. Sarebbe interessante percepire il coraggio di un sindaco che di fronte al tartassamento quotidiano della propria comunità dicesse BASTA, consegnando le proprie dimissioni al Prefetto. 10, 100, 1000 dimissioni trasmetterebbero il disagio di una popolazione che non ne può più. I sindaci hanno perso la loro missione, il loro ruolo. Abbiamo uno scatto d’orgoglio scendendo in campo con azioni eclatanti e non accettino passivamente il compito di meri esattori imposto dal Governo centrale.
Abbiamo fatto l’esempio di Ribera. Ma vale per tutti i Comuni, nessuno escluso. Del resto, le riunioni che sono in corso in questi giorni tra i sindaci sono la prova evdiente di un grido di disperazione e di resa che non può prescindere dalle proteste eclatanti. Lo facciano in nome dei cittadini.