Sindaci ribelli, dirigenti scolastici impazziti, genitori scombussolati

SCIACCA. Caos in Sicilia sulla riapertura delle scuole. I sindaci siciliani si sono ribellati: non hanno ricevuto dati certi sui contagi da Covid e così hanno deciso di chiudere gli istituti scolastici fino a lunedì (giorno di probabile rientro) lasciando alle scuole la decisione di fare lezione in Dad.

Gli amministratori hanno deciso (e tra questi il sindaco di Sciacca che ha condiviso le scelte dell’Anci) con proprie ordinanze. L’Associazione Comuni d’Italia aveva evidenziato «di aver denunciato la mancanza di dati certi e di aver apertamente chiesto il rinvio dell’apertura delle scuole». Ma molti primi cittadini hanno invece seguito le direttive regionali ed hanno confermato riapertura scuole.

I sindaci avevano chiesto «di conoscere i dati certi relativi al numero dei contagiati comune per comune, all’incidenza degli stessi su 100.000 abitanti, al tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aree mediche insieme al numero delle persone vaccinate».

La task force regionale aveva stabilito che da oggi, giovedì 13 gennaio, gli studenti torneranno tra i banchi.  «Non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività didattiche», aveva fatto sapere in mattinata l’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla. La sospensione delle lezioni in presenza è possibile, infatti, solo in zona rossa, arancione e nei casi previsti dal decreto nazionale. Condizioni necessarie ma non sufficienti per andare in Dad poichè ci vuole l’avallo dell’Asp. D’accordo sulla riapertura il direttore scolastico regionale, Stefano Suraniti e l’associazione nazionale dei presidi.

I dirigenti scolastici nella giornata di ieri hanno seguito da vicino tutti i passaggi, anche loro come i genitori degli studenti sono confusi ma devono ulteriormente organizzare tutti gli interventi per mettere ulteriormente in sicurezza le scuole.