SIMONE DI PAOLA: “SCIACCA NON E’ A MISURA DI DISABILI”. INVITO ALL’ASSESSORE CAMPIONE AD AFFRONTARE IL TEMA
Sulle difficoltà di vivere la città da parte dei diversamente abili fatte emergere da Totò Allegro, il consigliere comunale Simone Di Paola ha inviato una lettera all’assessore Daniela Campione e allo stesso Allegro.
Una lettera che pubblichiamo integralmente e che offre un serio imput per un dibattito capace di affrontare in maniera seria e risolutiva la questione, al di là delle coloriture politiche delle amministrazioni comunali.
All’Assessore al ramo, Prof.ssa Daniela campione
All’amico Totò Allegro Egregio Assessore,
La denuncia recentemente esternata dall’amico Totò Allegro il quale per la verità sostiene da diversi anni ed in perfetta solitudine le su tesi, oltre ad inchiodare alle proprie responsabilità una intera classe dirigente, rispetto a cosa offre realmente Sciacca ad un soggetto diversamente abile in tema di servizi e strutture, dimostra in modo plastico un dato di fatto incontrovertibile: ad oggi Sciacca non è una Città a misura di disabile.
Non è un problema di colore politico e non credo che oggi ci sia partito che possa su questo tema dare lezioni ad altri; è semmai un problema di impostazione culturale e di mancanza di sensibilità. Troppi sono infatti i luoghi, le piazze, i palazzi che presentano gravissime barriere architettoniche, che di fatto impediscono al disabile di esercitare in modo libero e sacrosanto i propri diritti e di vivere la propria vita, sociale come tutti gli altri Cittadini.
Basti pensare, tanto per fare un esempio a quali enormi difficoltà avrebbe un diversamente abile, qualora fosse eletto a rappresentare la Città, da Consigliere comunale o da amministratore, a raggiungere l’aula consiliare; si, è vero che oggiAggiungi un appuntamento per oggi c’è un ascensore funzionante; ma quante altre barriere si frapporrebbero fra lui ed il suo diritto dovere di esercitare la propria funzione? Per non parlare poi di principali luoghi di aggregazione e di incontro; quante barriere architettoniche ancora esistono ad impedire che la nostra Città assuma nei fatti la dimensione di “città degna” almeno sotto questo punto di vista?
La verità è che di disabilità a Sciacca si parla poco, male e a sproposito, molto spesso, me per primo, senza avere la giusta contezza di quanto si sostiene. Ora, la prego: non risponda alle mie riflessioni, che non hanno e non vogliono avere il tono della contrapposizione, rinfacciandomi la solita inutile e patetica litania del “cosa hanno fatto le altre amministrazioni?”, come spesso fanno alcuni suoi colleghi di giunta, dimostrando in tal modo immaturità politica, inadeguatezza nel ruolo, e pochezza nei contenuti (penso in ultimo alla patetica replica sul semaforo della variante Foggia).
Il mio non vuole essere un “je accuse”, ma semmai un invito alla discussione ed alla riflessione; l’occasione che ci offre Totò Allegro, se saremo bravi a coglierne lo spirito ed il senso, può invece essere lo spunto per attivare un tavolo tecnico istituzionale che serva a fare il punto della situazione, effettuare un monitoraggio reale su quali e quante barriere architettoniche ancora esistono in Città e quali iniziative in concreto è possibile attivare per avvicinare la Città alla condizione di disabilità, garantendo pari diritti e pari dignità, nei fatti e non solo a chiacchere.
Un tavolo di confronto che, nella mia testa, non dovrebbe limitarsi alla presenza delle sole forze politiche e sociali, ma anche al mondo delle professioni ed ovviamente al contributo di quanti, vivendo direttamente tale condizione, meglio di altri possono e devono prendere parte alla discussione.
Insomma: Totò ha lanciato il sasso; spetta a noi non ritirare la mano ed anzi fare di una denuncia un’occasione per iniziare a parlarne insieme e con proposte concrete.