SIMONE DI PAOLA: “PIO LA TORRE…EPPURE NON LO ABBIAMO DIMENTICATO”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la considerazione del consigliere comunale del Pd, Simone Di Paola.
Conoscevo già la propensione di questa terra a dimenticare coloro i quali hanno vocato la loro esistenza alla redenzione della Sicilia, che con il loro sangue pensavano di far germogliare il seme del riscatto e della ribellione alla sottomissione di un intero popolo alle logiche della violenza e della prevaricazione.
E’ triste davvero constatare come nessuno, sia che fosse società civile o Istituzione del territorio, abbia ritenuto opportuno fermarsi un attimo e ricordare, anche in questa città, la vita e l’esempio di Pio La Torre; strano che molti nostri amministratori, i quali impiegano molto del loro tempo a scrivere quotidianamente i post più vari su tutti gli argomenti possibili e immaginabili , non trovino un minuto da dedicare ad un eroe siciliano, il cui esempio appare ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi di incredibile attualità.
Ormai ignorare la celebrazione di questa data è diventato la regola e quasi sembra un fatto normale, del resto si sa che noi ci abitiamo a tutto; perciò chi se ne frega di Pio La Torre? Perche ricordare questo “comunista mangia bambini”? In fondo chi era Pio la Torre se non un povero illuso, un ingenuo cronico pronto a sacrificare la sua stessa vita al futuro di questa terra? Perché ricordare ai più giovani la vita e l’esempio di un uomo morto sopratutto per far vivere la speranza delle nuove generazioni? Meglio dimenticare dunque, meglio coltivare la cultura dell’oblio e magari concentrarci sulla prossima festa, vero?
Del resto viviamo in una terra ed in un tempo nel quale non si riesce a trovare basi solide per una ripartenza. Recenti dati statistici economici ci consegnano le misure di un degrado che sembra inesorabile. Le cifre disegnano la misura di un baratro che sembra inarrestabile. Dalla Sicilia si fugge e di gran corsa. Le mafie proliferano, la politica insiste, i sistemi marci si autoalimentano e proteggono . Gli argomenti sempre gli stessi: rifiuti, acqua, servizi, droga, carenza di lavoro, le tasse, la sanità, la corruzione impunita. Sembra l’elenco degli orrori cui non pare esserci fine.
E la politica?..beh, la politica, o meglio, la politica che conta, fa un po’ come in una nota canzone di De Andrè: ” si costerna, si indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità “! Del resto cosa aspettarsi da un paese dove il massimo rappresentante della magistratura italiana denuncia pubblicamente collusioni e malaffare e la politica, senza alcuna distinzione, anziché stringersi intorno al suo coraggio, lo crocifigge in diretta TV? Più rifletto su questo argomento e più mi sembra necessario il tentativo di una svolta, una rottura radicale con il senso di protezione che la vita sociale, tradizionalmente considerata, infonde.
Condannare la degenerazione culturale e politica imperante ed esaltare ogni azione dedicata alla responsabilità collettiva, principalmente verso le classi meno tutelate, le classi povere, quelle più fragili, ai bisogni della vita, quelle più esposte alla crudeltà ed all’ indifferenza di questo tempo, non perché ci rende migliori pensare a chi sta male ma perché è alle condizioni di bisogno e povertà che dobbiamo guardare; e se la politica non riparte da li è finita prima di cominciare. Tutto questo Pio La Torre lo sapeva già 34 anni fa; egli si è battuto ed è caduto per fare di una terra macchiata dal sangue e massacrata dalla violenza una grande capitale mondiale della pace, della solidarietà e del progresso.
Ma Pio La Torre è morto e con lui un pezzo significativo della cosiddetta classe dirigente, ha pensato, non da oggi, di aver seppellito anche il suo esempio; ma non è cosi; perché fin quando ci sarà qualcuno che dedicherà un minuto del suo tempo a ricordarlo, a non consegnarlo all’oblio che tutto trascina e porta via, egli continuerà a vivere, se non altro nei cuori di quanti, anche non avendolo conosciuto, nonostante questo silenzio assordante, non vogliono dimenticare.