Editoriale di Filippo Cardinale

Signor Prefetto, scusi se sottoponiamo alla Sua attenzione una piccola nota contabile relativa al crollo del ponticello del Verdura. Sa, a volte le parole diluiscono la vera portata di un dramma; i numeri, noti per la loro freddezza, riescono, invece, a descrivere meglio il dramma medesimo. Forse a Lei sfugge la realtà. Gliela rimembriamo.

Data crollo ponticello: 2 febbraio 2013; giorni trascorsi ad oggi : 44

Data primi interventi Anas : 17 marzo 2013; giorni trascorsi ad oggi: 32

Data consegna lavori ditta Grimaldi : 8 marzo 2013; giorni trascorsi ad oggi: 11

Nel frattempo, Signor Prefetto, siccome in inverno piove e il fiume Verdura è risaputo insidiosissimo in tale periodo, si sono verificate due edificazioni degli argini (per deviare l’alveo del fiume e consentire l’inizio dei lavori nella parte crollata del ponte) con altrettanti spazzamenti degli stessi, vanificando le iniziative intraprese e facendo trascorrere tempo prezioso.

Fatta questa premessa, Signor Prefetto, Le segnaliamo che la nostra testata è seguita da oltre 50.000 accessi al giorno, in 97 Nazioni del Mondo. Un mare di lettori che seguono la vicenda e non trovano un perché. E’ allora a Lei, Signor Prefetto, che chiediamo lumi. A lei  massima rappresentante sul territorio del Governo nazionale.

Ed è per fare chiarezza, all’insegna della grande sete di trasparenza che si alza dai cittadini, che Le poniamo l’interrogativo: perché, Signor Prefetto, sin dal giorno del crollo del ponticello non è stata chiesto lo stato di emergenza?

Lei sa bene, Signor Prefetto, la differenza sostanziale tra lo stato di calamità e quello di emergenza. Il primo consente di beneficiare di provvidenze statali e regionali a ristoro dei danni subiti. Il secondo, consente di attivare subito le procedure fuori dal perimetro dell’ordinario.

Ecco, Signor Prefetto, la situazione drammatica che sta vivendo il territorio e la sua popolazione richiedeva di oltrepassare il perimetro dell’ordinario, fitto di lacci e tenaglie amministrativi e burocratici, per attivare lo stato di emergenza.

La verità è che, Signor Prefetto, una situazione di emergenza è stata affrontata con lo stato ordinario delle procedure. Ecco dove sta il pantano, il freno, Signor Prefetto. Ecco perché ad oggi, dopo 43 giorni, siamo all’anno zero. E’ qui la grande responsabilità. E’ su questa scia che va individuata la radice di tale responsabilità. Lo stato di emergenza avrebbe consentito all’Anas di espropriare immediatamente una piccola fascia adiacente il ponticello del Verdura per collocare il ponte Bailey.

La verità è che, Signor Prefetto, se si fosse dichiarato lo stato di emergenza già all’indomani del crollo, il transito sulla SS115 sarebbe stato ripristinato già entro la metà dello scorso febbraio.

I cittadini non avrebbero subito disagi immani, gli imprenditori non avrebbero subito cali di fatturato e quindi danni economici ingenti. Perché, Signor Prefetto, lo stato di emergenza non è stato proclamato, né subito né sino ad oggi? La risposta è gradita alla popolazione intera .

Lei oggi riceve i consiglieri comunali di Ribera che hanno occupato l’aula consiliare. Consideri che loro rappresentano idealmente la popolazione. E’ ad essa che bisogna rispondere; è nei confronti di essa che bisogna presentare l’Istituzione nella sua veste trasparente.

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