SICILIA, CONSUMI A PICCO, AUMENTANO I DISOCCUPATI. IL RAPPORTO DELLA BANCA D’ITALIA
L’economia della Sicilia è in affanno. La crisi morde, le imprese licenziano o nel migliore dei casi non assumono, calano i consumi così come i prestiti bancari. E’ il quadro che emerge dal Rapporto sull’economia della Sicilia nei primi sei mesi del 2014, realizzato dalla Banca d’Italia, che è stato presentato questa mattina a Palermo.
Da gennaio a giugno di quest’anno, gli occupati sono diminuiti del 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E quantificando 37 mila persone hanno perso il lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è schizzato al 22,9%. La percentuale dei senza lavoro è la più alta della media nazionale e di quella registrata nel Mezzogiorno. Mentre il tasso di occupazione è fermo al 39%.
Aumentano i siciliani in cerca di un lavoro: sono 27 mila (+7,5% rispetto al 2013), la maggior parte delle quali senza una precedente esperienza lavorativa. In crescita anche il ricorso agli ammortizzatori sociali, che si riflette in particolare sul numero di ore cassa integrazione in deroga e straordinaria (+10,1%) erogate dall’Inps da gennaio a settembre di quest’anno, mentre il ricorso alla cig ordinaria si riduce del 24,9%. A perdere il lavoro sono più gli uomini (-3,7%) che le donne (-1%), e la fuoriuscita dal mercato del lavoro colpisce più i lavoratori autonomi ( -3,6%) che i lavoratori dipendenti ( -2,5%). In tutti i comparti gli indicatori nei primi sei mesi del 2014, risultano in calo.
I settori più colpiti sono le costruzioni e i servizi. Unico settore a tenere è il turismo, che registra un incremento delle presenze di stranieri nell’Isola (+10,8% rispetto allo stesso periodo del 2013), consolidando il trend crescente già in atto dal 2011 (+17,4%). Gli imprenditori, però, sono sfiduciati e non investono. Diminuisce la percentuale delle imprese disposte a chiedere un prestito alle banche (-3,5%) in particolare nel settore delle costruzioni e dei servizi, che registrano anche un calo degli occupati pari a -7,2% e -2%. La crisi morde e le famiglie acquistano sempre meno, e non a caso il ricorso al credito al consumo diminuisce del 4%.
Nel primo semestre del 2014 si riducono anche gli scambi con l’estero: sono l’11,1% in meno in controtendenza con la media nazionale (+1,3%), seguite a breve distanza dalle importazioni, in caduta libera del 10,5%. In particolare, il commercio con l’estero di prodotti petroliferi raffinati, che rappresentano per due terzi il totale dell’export siciliano e il 44,6% delle del totale nazionale del comparto, scende a meno 9,6%. Al netto dei derivati del petrolio le esportazioni crollano a -13,9%. E nemmeno il trend positivo dell’agroalimentare riesce a bilanciare la flessione degli scambi registrata per i prodotti chimici, quelli elettronici e quelli farmaceutici. Gli scambi con l’estero, infine, si riducono del 14,8% con i paesi extra Ue, mentre in ambito comunitario del 4,6, con picchi del 37,3% in meno e del 11,8% in meno con Spagna e Germania.