Siccità, quel progetto della diga Valentino fermo dal ’98 all’Esa. Elaborato da Quignones risolverebbe la mancanza d’acqua per il nostro vasto territorio (Video)

Ha 26 anni il progetto, firmato dal noto professor Raffaele Quignones, docente universitario e tra i massimi esperti di sempre nel campo dell’ingegneria idraulica scomparso nel 2017, per la costruzione di quella che il mondo agricolo ha battezzato e riconosce con la denominazione di “Diga Valentino”

Il 2024 ha segnato una gravissima crisi idrica che ha messo in ginocchio la Sicilia sia nel settore dell’irrigazione agricole, sia nell’erogazione dell’acqua per usi civili. E’ di fatto iniziata la guerra dei poveri con la gente esasperata che ha protestato duramente. Del resto, l’acqua è il bene vitale e lo sarà sempre più nel prosieguo del tempo. La siccità, la scarsità di piogge, non è un episodio che va via con 2024. No. E’ una triste e drammatica realtà con cui dobbiamo fare i conti, con cui devono fare i conti le generazioni prossime. E mentre la politica sembra svegliarsi e la Regione è impegnata alla ricerca di nuovi pozzi, nella realizzazione di dissalatori- ma procede senza una vera pianificazione delle risorse idriche- esiste un progetto redatto 26 anni fa che risolverebbe davvero la crisi che attanaglia il nostro vasto territorio. Ma soprattutto eviterebbe che milioni di metri cubi d’acqua del fiume Sosio Verdura si disperdano in mare. Un paradosso incredibile. Un progetto esiste alla Regione, quello di un invaso artificiale elaborato dal professore Quignones, da far ricadere nel comprensorio dei territori comunali compresi tra Burgio, Calamonaci, Chiusa Sclafani e Villafranca Sicula che sarebbe in grado di contenere fino a 30 milioni di metri cubi d’acqua, permettendo il convogliamento dei risorsa dei torrenti Landro e Valentino per l’appunto. Un progetto tuttora di massima all’epoca consegnato all’Esa ma mai portato avanti. Il figlio del professore Quignones, Alfredo, anche lui ingegnere idraulico, ci ha illustrato il progetto e ha rilasciato una interessante intervista a Rmk, cureata dal collega Massimo D’Antoni. Intervista che riportiamo a beneficio dei nostri lettori. Il progetto necesita di essere recuperato per iniziare a dotare il territorio di nuove infrastrutture per guardare ad un futuro in cui la siccità sia uno scenario da fronteggiare con più strumenti a disposizione. Intanto, all’Ars recentemente sono stati inseriti nella legge di bilancio cinquecentomila euro, su emendamento di Carmelo Pace, per finanziare lo studio di fattibilità di un nuovo invaso sul fiume Verdura. Perché dunque non considerare l’ipotesi di recuperare il progetto Quignones? Il progetto va adeguato ma è anche corredato di un a relazione geologica che rimane ancora attuale. Occorrono millenni prima che il sottosuolo muti. Insomma, manca solo la buona volontà. Ma non si può scherzare più rispetto alla realtà drammatica della siccità che ormai è una costante periodica.

Ing Alfredo Quignones