Sfiducia a Fabio Termine? Rimane un’utopia a causa di un centrodestra sfilacciato

La sfiducia al sindaco Fabio Termine è un argomento che non collima con la caratteristica del centrodestra, quella di essere poco sinergico e coeso. Quella precedente, contro la Valenti, è da manuale

SCIACCA- La sfiducia all’attuale sindaco Fabio Termine è un argomento che sembra utile a riempire un menù povero di pietanze. Ma è anche un’occasione per esporre all’opinione pubblica la poca sinergia del centrodestra sull’argomento. Un centrodestra per il quale si è presentato un catalogo di comportamenti che hanno trasformata l’idea in una farsa. Esempio è quella avvenuta contro il precedente sindaco Francesca Valenti. L’ultimo è la farsa di pochi mesi fa quando a proporre la sfiducia al sindaco con la volontà di inserirla nell’ordine del giorno del Consiglio comunale arenò sugli scogli come una barca al cui timone c’è un dilettante navigatore. Una proposta sottoscritta da Blò e Brucculeri che rimasero isolati dal resto dell’opposizione che è anche maggioranza numerica. Si disse che fu una questione di metodo. Oggi, qualcuno dell’opposizione torna sull’argomento, ovvero sulla possibilità che il medesimo argomento non è archiviato. Ma l’autorevole consigliere comunale, che qualche giorno fa ha rinverdito il tema nel corso di una intervista in occasione del congresso cittadino di Fratelli d’Italia, replica un errore che rende palese non solo la non coralità del centrodestra, ma anche il metodo. Una sfiducia al sindaco richiede una compattezza e una ricchezza di contenuti che, almeno al momento, il centrodestra non possiede. Tra quattro mesi l’amministrazione taglia il traguardo del triennio amministrativo. Si andrà alle urne nel giugno del 2027. Una mozione di sfiducia, ammesso che passi in Consiglio comunale, richiede l’arrivo di un commissario con i tempi che la burocrazia impone. Ma andiamo oltre tale argomento temporale. Bisogna che il centrodestra compatti i suoi 17 consiglieri. Basta una sola defezione e la mozione di sfiducia non avrebbe i numeri legali. La precedente esperienza dimostra lo sfaldamento delle intenzioni e i soliti giochetti che vengono praticati. Oggi la sfiducia al sindaco potrebbe avere l’effetto boomerang con l’attrezzo che ritornerebbe a colpire le teste di chi lo lancia. C’è ancora una cifra di consenso attorno al sindaco, oltre a tante lamentele e delusioni. Ma la gente potrebbe avanzare, nell’immaginario, che l’opposizione non dia tempo all’amministrazione di poter espletare il programma. Una sfiducia potrebbe attutire la fascia dei delusi con il risultato di un Termine bis. Del resto, l’opposizione continua a offrire esempi di proseguire senza rotta, L’esempio è la riduzione drastica dell’Imu di 1.7 milioni di euro. Una cifra enorme che se da un lato potrebbe far ridere il portafoglio dei cittadini, dall’altro metterebbe il Comune nella condizione di effettuare grossi tagli a servizi importanti offerti ai cittadini, ai bisognosi. Tanto è vero che l’opposizione adesso è costretta a intavolare una trattativa per trovare un accordo che salvi la faccia. Ma la riduzione, rivista e corretta, dell’Imu sarebbe un solletichino per i cittadini. Dunque, come al solito, non c’è una visione strategica e logica da parte dell’opposizione che sembra andare a tentoni. Semmai, l’opposizione dovrebbe intervenire là dove l’amministrazione trova terreno fertile per distribuire denaro pubblico a forme di iniziative sempre più poco efficaci e che sembrano, invece, occasioni per assecondare consenso sotto forma di logge di amichettismo. E il campo di intervento è l’imposta di soggiorno, L’opposizione ha i numeri per ridurre la capacità di bancomat usato dall’amministrazione comunale. Inoltre, per una proposta di sfiducia del sindaco, il centrodestra dovrebbe ricevere una conversione più potente di quella avvenuta sulla via di Damasco. Dovrebbe fare consistenti passi indietro, convergere seriamente su un candidato che possa rappresentare un taglio con il passato e nel contempo far confluire su di esso una positiva opinione pubblica. L’alternativa è commettere gli errori che poi hanno consentito a Fabio Termine di vincere e al centrodestra di perdere una campagna elettorale che sembrava spinta dal vento positivi. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Sarebbe opportuno, molto probabilmente, che il centrodestra si muovesse su un terreno preventivo. Testare l’opinione della gente, attraverso gazebo, raccolta firme, incontri.