Sette motivi per la ricandidatura della Valenti
SCIACCA. EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
La conferenza stampa di fine anno del sindaco fa cogliere alcuni spunti per ritenere che Francesca Valenti debba presentare i suoi cinque anni di attività al giudizio degli elettori, gli unici in grado di valutare l’operato quinquennale in scadenza con l’arrivo della primavera. Ci sono almeno sette motivi perché l’attuale sindaco chieda il bis e offra agli elettori la possibilità di fruire di #altricinqueannicosì. Sono motivi colti dalle sue affermazioni e che danno una autovalutazione al suo operato.
Il primo motivo risiede nell’affermazione io non sono insoddisfatta. Dunque, Francesca Valenti è soddisfatta del suo operato. Nonostante aggettivi la sua come un’esperienza devastante, ma non in accezione del tutto negativa, riesce a trasformare la polarità di un aggettivo negativo in positivo: devastante anche nel senso positivo del termine perché al di là di quello che non era mai accaduto come lo scioglimento del consiglio comunale è un’esperienza che riempie la vita. Riempire la vita di esperienze positive è un dono che non può essere disperso.
Il secondo motivo sta nel fatto che dopo 12 anni il Comune chiude senza anticipazioni di cassa e per i debiti fuori bilancio si pagano quelli delle annualità correnti. Recuperato tutto il passato. Questo ci consente di avere situazione migliore. Dunque, il sindaco attuale ha spianato la strada, in questi cinque anni, per edificare un quadro amministrativo più rassicurante. Occasione da cogliere e non da archiviare.
Nonostante i danni causati dall’alluvione del novembre scorso, tutti interventi a seguito alluvione per 300 mila euro sono stati fatti senza ricorrere a indebitamento fuori bilancio. Ecco il terzo motivo che dovrebbe indurre il sindaco a ricandidarsi avendo raggiunto tale obiettivo.
Terzo motivo. Ci abbiamo messo l’anima e guardandosi allo specchio la valutazione di quello che è stato fatto è positiva. Uno specchio magico che farebbe concorrenza a quello usato da Grimilde. Un’immagine positiva è l’elemento cardine per la vittoria elettorale.
Quarto motivo. Sono 1600 gli avvisi di accertamento inviati per un totale di tre milioni di euro che il comune punta a recuperare. Il sindaco ha scovato 1.600 evasori e, sulla carta, irrobustisce il bilancio comunale.
Quinto motivo. Il sindaco ha ricordato le grandi opere della rete fognaria e il progetto di 33 milioni rete idrica andato a finanziamento. E’ un peccato lasciare gestire ad una amministrazione diversa tale importante obiettivo e non tagliare il nastro inaugurale.
Sesto motivo. Per sciogliere la sua riserva sulla ricandidatura dovrà confrontarsi con gli assessori, i consiglieri che l’hanno sostenuta, il parlamentare Michele Catanzaro. Ha definito, mesi fa, la sua una buona squadra. Una buona squadra merita di ridiscendere in campo per offrire alla città altre vittorie. Per quanto riguarda la “sua maggioranza” non è da tutti ridurre una coalizione maggioritaria ad un numero da quattro amici al bar.
Settimo motivo. Il sindaco ha detto che deve confrontarsi anche con Simone Di Paola e Gianluca Fisco, segretari provinciale e comunale del Pd. E’ un confronto inutile. Simone Di Paola non può che confermare quello che dal suo seggio consiliare in questi anni ha sempre evidenziato: i successi e la bontà del progetto Francesca Valenti. Simone Di Paola è stato il suo Perry Mason, top avvocato impersonato splendidamente dall’attore Raymond Burr nella famosa serie televisiva. Simone Di Paola non può che incoraggiare la ricandidatura di Francesca Valenti, altrimenti non farebbe altro che smentire le sue arringhe svolte dall’inizio e fino allo scioglimento del Consiglio comunale.