Servizio Idrico, Titano: “La nuova società consortile sia solida e con Piano d’Ambito rivisto”

Nei giorni scorsi, nel commentare il ritardo dell’iter per la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile che nella gestione del servizio idrico in provincia deve sostituire la gestione commissariale, con una forte provocazione il coordinamento delle associazioni per l’acqua pubblica “Titano” aveva detto che la loro sensazione era che “l’acqua pubblica non la volesse nessuno”.

Dopo il via libera alla società nell’assemblea dei giorni scorsi, successiva alla presa di posizione del Prefetto Maria Rita Cocciufa che a sua volta era intervenuta dopo le dimissioni di uno dei due commissari prefettizi, “Titano” esprime la propria soddisfazione per questo importante passo in avanti, ma invita comunque tutti ad essere prudenti e non eccedere in facile entusiasmo visto che anche precedenti annunci erano nel frattempo sfumati.

Il comitato che rappresenta le associazioni si dice comunque rammaricato per un aspetto, quello che da giorni si parla solo di “accelerazione” dell’iter, ma non di aspetti importanti come le migliorie da introdurre per arrivare ad una consortile che “cammini da sola”. Titano ricorda alcuni dei passaggi che fanno parte da tempo della loro battaglia, ovvero lo scioglimento del nodo articolo 147 che si doveva fare prima, per poi fare un piano d’ambito adeguato. In sostanza, secondo il coordinamento non basta il nulla osta degli organi di controllo, compreso quello ministeriale, ma occorre invece il via libera europeo, quello che determina l’erogazione dei fondi per il rifacimento delle reti idriche. Si torna in sostanza a sollevare il problema di un piano d’ambito che presenterebbe molti limiti.

Titano ribadisce che vuole l’Azienda Consortile, ma la vuole solida in modo che poi non ci siano nuovi e gravi problemi. E spera che dopo la costituzione si possa modificare il piano d’ambito. Resta dunque vivo il dubbio che l’accesso ai finanziamenti previsti per rimettere a posto il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento diventerebbe assai incerto perché a seguito di ispezione da parte dei funzionari di Bruxelles, tali risorse potrebbero essere sospese o peggio ritirati in quanto l’iter per la loro acquisizione non sarebbe conforme alla normativa.