Servizio idrico agrigentino, Coordinamento Titano: “Il silenzio di Ati e Regione e i punti irrisolti”

PROVINCIA DI AGRIGENTO. “E’ necessario tornare a parlare di acqua pubblica nell’ambito agrigentino. E’ necessario e imprescindibile perché troppi nodi restano da sciogliere e il fatto che non se ne parli non vuol dire che essi si siano risolti da soli come per magia; semmai è vero il contrario”. Lo scrive in una nota il coordinamento delle associazioni per l’acqua pubblica Titano.

Il coordinamento Titano, “per amor di chiarezza” elenca alcuni punti più pregnanti” che meriterebbero “di ben più congrui approfondimenti”:

– Mancano cinque mesi alla scadenza dei fondi già deliberati per il ciclo di finanziamenti 2014/2020 (“Patto per lo sviluppo della Sicilia” deliberati dal CIPE e PO FESR Sicilia2014/2020), dedicati al riordino dei settori idropotabile e fognario/depurativo dell’intera Regione Sicilia, per l’ammontare di € 1.378.350.000 (un miliardo e trecentosettantotto milioni) per il primo e € 359.300.000 (trecentocinquantanove milioni) per il secondo. E’ notizia di queste ore lo sblocco di un appalto per un maxi depuratore su iniziativa del Commissario unico per la depurazione Maurizio Giugni, ci auguriamo che nell’ambito di Agrigento ci siano altri progetti cantierabili per il rifacimento di reti e depuratori (metà della popolazione non ne è servita), prima che le ragguardevoli cifre sopra elencate sfumino per l’ennesima volta, andando ad aggiungersi alla lunga lista delle occasioni perse dalla nostra Regione e dalla nostra Provincia. Lo diciamo da tempo, è necessario fare presto e bene.

– Assordante silenzio da parte delle istituzioni (ATI e Regione) anche riguardo al prossimo ciclo di fondi messo a disposizione dal MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) per il periodo 2021/2027. Per potervi accedere e non perdere pure questo treno è necessario che l’ATI appronti il Piano d’Ambito, il cui aggiornamento è stato affidato in estremo ritardo alla SOGESID (una società ministeriale) che ad oggi non ci risulta abbia ancora prodotto alcunché. Proprio per questo ritardo cronico la Regione aveva già diffidato l’ATI di Agrigento a far presto minacciando commissariamenti. Ad oggi non si è visto ancora ne il Piano d’Ambito ne il commissariamento. Gli Ambiti di Messina e Siracusa erano stati commissariati dalla Regione Sicilia per via del ritardo legato alla predisposizione del Piano d’Ambito. I Commissari, rispettivamente Mauro Scimonelli e Giorgio Azzarello si erano impegnati a predisporli entro il 31 luglio u.s. L’Ambito di Agrigento che davanti alla minacciata possibilità di commissariamento da parte della Regione, ha affidato l’incarico a SOGESID, ancora attende il Piano e chissà per quanto tempo ancora dovrà attendere. L’ATI però aveva minacciato “fuoco e fiamme” per averla vinta con la Regione.

– In piena emergenza COVID19 l’Ati ha però sciolto il nodo delle concessioni delle gestioni autonome ai paesi che ne hanno fatto richiesta (ex Art.147 D.Lgs 152/2006), ammettendo 8 gestioni autonome su un totale di 17 paesi richiedenti. La concessione non è con “formula piena”, è per così dire con “riserva”. Vuol dire che ad essi è stata data oggi una concessione sulla base di alcuni requisiti mancanti, che l’Ati si riserva di verificare a data da destinarsi. E’ come concedere oggi la patente di guida a qualcuno facendogli svolgere l’esame di guida tra un’anno o due. E’ evidentemente una procedura che solleva più di qualche dubbio di legittimità, ma dai paladini della legalità, alla Regione, ai Sindaci, nessuno ha sollevato obbiezioni. Chissà come mai.

– Procede con estrema lentezza l’approvazione dello statuto dell’Azienda Speciale Consortile da parte dei vari Consigli Comunali. Non è chiaro quanti siano ad oggi i Comuni che hanno già approvato lo statuto ma pare siano ancora un’esigua minoranza e che questa procedura stia incontrando parecchie resistenze interne. Mancano all’appello i Comuni di Sciacca e di Agrigento per citare i comuni più popolosi, membri del direttivo ATI. Come mai, nonostante l’ATI abbia fissato alcune scadenze (prima maggio poi giugno, abbondantemente sforate) per il completamento di questa procedura, neanche i Comuni facenti parte del direttivo si sono ancora adeguati?

– La gestione commissariale di Girgenti Acque non naviga in acque tranquille. Da una recente notizia di stampa apprendiamo che i Commissari siano andati a chiedere a Siciliacque la concessione di una maggiore quantità d’acqua per far fronte al superiore fabbisogno idrico della provincia durante i mesi caldi. Siciliacque ha risposto picche per via del grosso debito maturato da G.A. nei suoi confronti. Ci chiediamo come mai i Commissari si siano recati dal gestore di sovrambito e non abbiano invece chiesto al loro principale interlocutore istituzionale (l’ATI) di attivare alcune procedure per favorirli riguardo ad un’oggettiva situazione di difficoltà. Ad esempio l’approvazione di una nuova tariffa di acquisto all’ingrosso dell’acqua (oggi a 0,69 cent/Mc) che andrebbe rivista al ribasso dopo la sentenza del TAR n.00328/2020 e l’acquisizione da parte dell’ATI di quanto è oggi in possesso del Consorzio Tre Sorgenti e del Consorzio del Voltano (entrambi commissariati), nonché delle reti dei 9 Comuni che non hanno ricevuto i benefici di una gestione autonoma. L’acquisizione dei Consorzi e delle reti dei comuni da parte dell’ATI è un’atto dovuto per la creazione di quell’Ambito Unico previsto dalla normativa e non ancora compiuto. Tutto ciò consentirebbe alla gestione commissariale di tirare un po’ il fiato e probabilmente di alleggerire le bollette dei cittadini. Cosa si aspetta a farlo?

Il Coordinamento Titano