SEQUESTRO DI PERSONA E VIOLENZA SESSUALE SU STUDENTESSA MINORE. GIP DI AGRIGENTO DISPONE GIUDIZIO IMMEDIATO PER AMGELO MANTIA

Il GIP di Agrigento Mosti, su richiesta della Procura di Agrigento, ha disposto il giudizio immediato di Angelo Mantia, indagato in stato di arresti domiciliari, insegnate di educazione fisica di Licata accusato di sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di una sua studentessa minorenne e di molestie nei confronti di un’altra insegnate donna del medesimo istituto scolastico.
Le presunte violenze sarebbero avvenute nel febbraio del 2012 nei locali della palestra dell’Istituto scolastico di Licata, all’interno dello spogliatoio degli insegnanti.

Le indagini sono state effettuate dal personale del Commissariato di P.S., coordinate dal P.M. Salvatore Vella, con l’ausilio anche di intercettazioni di conversazioni, che hanno consentito di ottenere dal G.I.P. una ordinanza di arresti domiciliari a carico dell’indagato, eseguita ioggi dalla Polizia di Stato.

Secondo l’accusa, il Mantia avrebbe “attirato con l’inganno l’alunna “CINZIA” (nome di fantasia) (nata nel 1996) all’interno dello spogliatoio riservato agli insegnanti della palestra, sito in via Re Grillo, in quanto docente di Educazione fisica presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Enrico Fermi”, con violenza consistita nel chiudere a chiave la porta dello spogliatoio e nel bloccare alla parete con il proprio corpo la minore, la costringeva a subire atti sessuali, in particolare le toccava il seno e le stringeva i glutei con le sue mani e la baciava sulla bocca, tentando di infilare la sua lingua all’interno della bocca della minore. Con l’aggravante di aver approfittato del fatto che in palestra in quel momento non vi fosse alcuno presente”.

Inoltre, il Mantia avrebbe “al fine di compiere il delitto di violenza sessuale, avrebbe privato della libertà personale l’alunna “CINZIA” (nome di fantasia), costringendola all’interno dello spogliatoio riservato agli insegnanti della palestra chiudendo la porta a chiave, togliendola dalla serratura e tenendola in mano”. E ancora. “Col telefono recava molestia e disturbo alla collega “EDERA” (nome di fantasia), chiamandola dalla propria utenza telefonica inviandole diversi SMS e facendole degli squilli. Secondo gli investigatori, “era notorio negli ambienti scolastici che il professore Mantia da anni molestasse studentesse minorenni e, in alcuni casi, anche insegnanti, tanto che veniva chiamato dagli studenti dell’Istituto Fermi come “il porco”.

 

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