SEQUESTRATE A CALTANISSETTA 8 TONNELLATE DI CARNE MAL CONSERVATA
Una maxi operazione antifrode è scattata a Caltanissetta con il sequestro di 8 tonnellate di carne macellata e trovata in celle frigo di una società che opera nel settore della lavorazione delle carni. Il valore complessivo della merce è di oltre 150 mila euro.
Una montagna di carne mal conservata. Già scaduta e rietichettata, con una nuova data posticipata, per rimetterla in commercio. E quel prodotto sarebbe stato destinato a finire sulle tavole dei consumatori di tutta la Sicilia passando anche per la grande distribuzione. Questa, almeno, è la tesi accusatoria.
La maxi operazione antifrode è scattata a Caltanissetta con il sequestro di qualcosa come 8 tonnellate. È il frutto di una operazione curata dai carabinieri, compreso i Nas di Ragusa e del nucleo ispettorato del lavoro, con funzionari del settore veterinario dell’Asp. E tra le pieghe del blitz sono scattate anche segnalazioni alla procura.
Per tentata frode in commercio a carico di un quarantaquattrenne originario di Messina amministratore della società che nel capoluogo nisseno ha subito il sequestro di ottomila chili di carne.
Il blitz, che sarebbe scattato dopo una confidenza agli investigatori, s’è concentrato sui due centri del Nisseno. Ma le grosse anomalie sarebbero saltate fuori nella società nissena che, peraltro, pur avendo mantenuto la vecchia denominazione sociale «Menna srl», in realtà quattro anni addietro sarebbe stata ceduta. Le quote societarie sarebbero transitate ad altra proprietà, ma sarebbe stato mantenutolo lo stesso nome. L’azienda, per conto terzi, lavorerebbe il prodotto – secondo la tesi investigativa – anche per supermercati.
L’enorme quantità di merce requisita dai militari sarebbe risultata scaduta. Ma attraverso una falsa etichettatura sarebbe stata «rigenerata». L’operazione dei Nas l’avrebbe bloccata in tempo. Prima che potesse finire sui banconi per la vendita.
Da qui i contestati strascichi penali con l’ipotesi di tentata frode in commercio. Che non si sarebbe consumata solo perché l’intervento esterno lo avrebbe evitato.