Sempre critica la sanità a Sciacca: il servizio malati mentali solo con un medico neuropsichiatra. Forti disagi per gli autistici. Lettera di un genitore
SCIACCA- Ancora (e sempre) disagi e disservizi al Giovanni Paolo II. A segnalare criticità è l’associazione Crescere Insieme che ha colto una lettera da parte di una cittadina, che riportiamo:
“La vita dei familiari di persone con disabilità in generale e affette di autismo in particolare non è semplice e per molti versi drammatica, specialmente se si abita in provincia di Agrigento. Sono una mamma di un ragazzo autistico grave, e faccio parte dell’associazione Crescere
insieme ONLUS di Sciacca. Oggi sono andata all’ Asp adulti malati mentali della mia città e ho trovato una situazione insostenibile e insopportabile. All’Asp adulti è rimasto un solo medico neuropsichiatra che deve gestire un’ utenza fragile e ad alto rischio. Questo medico deve occuparsi infatti dei casi di bulimia , anoressia, carcerati, psicopatici, alloggi, autistici e dulcis in fundo se rimane tempo ci sono i famigliari con ansie e disturbi mentali vari.
Nel nostro territorio soffrire di malattia mentale è una tragedia nella tragedia. E se hai un ragazzo autistico grave il rischio del baratro, senza sostegno sanitario è sempre dietro l’angolo per chi come me assiste il proprio figlio H24. Dopo aver compiuto la maggiore età si diventa invisibili e ora non c’è neppure la sanità che ci garantisce.
Mio figlio è stato pure un bambino e devo denunciare che pure la neuropsichiatria infantile è al collasso. Mi faccio una domanda: ma senza i genitori chi si prende cura dei nostri figli con malattie mentali importanti come l’ autismo? Verso quale società stiamo andando se
non si è ancora compreso che i nostri bambini, ragazzi che diventano uomini rischiano di rimanere ai margini? Senza il dovuto sostegno sanitario, dato alle famiglie come si potrà affrontare la gestione dei comportamenti delle persone con malattie mentali e quelle affette da autismo? La situazione rischia di degenerare e non mi rassegno a subire in silenzio questo stato di cose. Senza un programma di sostegno sanitario adeguato, per molte famiglie la situazione rischia di diventare tragica. Non ci lasciate da soli.”