Selene, Giuseppe e quel bimbo in grembo che stava per nascere
RAVANUSA- Un sogno infranto dall’esplosione e dalla tragedia che ha colpito Ravanusa. Giuseppe Carmina e Selene Pagliarello sono stati ritrovati privi di vita sotto le macerie. Una tragedia che spazza via, oltre alle loro vite, il sogno del matrimonio da poco celebrato, la famiglia da costruire. E nel grembo di Selene c’era il nascituro. Sono trascorsi appena otto mesi dalla foto che ritrae il loro matrimonio, il giorno felice, l’atteso momento. Otto mesi dopo quel sorriso non c’è più, sepolto sotto le macerie di via Trilussa a Ravanusa, assieme a quello di Giuseppe, Pietro, Enza, Carmela, Gioachina, Calogero, Angelo e dell’altro Giuseppe, il più vecchio, quasi novant’anni.
Selene e Giuseppe sarebbero diventati mamma e papà tra una settimana. Un nascituro che non ha ancora un nome e non figurerà mai nell’elenco ufficiale dei morti e dei dispersi, ma è di fatto la decima vittima di questa tragedia siciliana.
Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina, lei infermiera del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento lui operaio, neanche dovevano esserci in quell’appartamento. Erano passati a salutare i genitori di lui, Angelo Carmina, 72 anni, e Maria Crescenza Zagarrio, 69, che tutti in paese chiamavano Enza. Angelo è ancora sotto le macerie mentre Enza l’hanno tirata fuori senza vita da quel groviglio di cemento, mattoni e pezzi di ferro. Un saluto veloce prima di andare a cena fuori, in un sabato come tanti altri.
Il post è dell’11 settembre del 2020 e racconta come il Covid abbia solo rimandato il suo sogno. «Eccoci qui, a poche ore da quello che avevamo sempre sognato. Lo abbiamo immaginato, preparato nei minimi dettagli, abbiamo preparato con tanti sacrifici la nostra casa che è lì a guardarci e a dirci “aspetto voi”.
L’esplosione ha spazzato tutto, anche i sogni più belli, anche la felicità di costruire una famiglia.
Filippo Cardinale