Sei anni fa i primi applausi al teatro popolare di Sciacca. Quelle mani non battono più da anni
SCIACCA. Esattamente alle 21:30 di sei lunghi anni fa si udiva, all’interno del teatro popolare di Sciacca, il primo scroscio di applausi subito dopo l’esecuzione dell’inno d’Italia da parte dell’orchestra diretta dal Maestro Antonio Bono. Rotary e Comune di Sciacca insieme per aprire, finalmente, le porte di una struttura che, negli anni, ha sempre suscitato diffidenza nei saccensi.
E’ Salvatore Monte regista a intervenire oggi.
Una cosa era certa: era iniziato, proprio in quel momento, qualcosa di nuovo. La struttura di Via Agatocle, con lievi messe a punto, diventó un centro culturale in pieno centro storico. Lunghe file ai botteghini, un’atmosfera surreale per la nostra città. Cantanti, attori, compagnie professioniste, amatoriali, orchestre e comici riuscirono a creare e formare un pubblico, sicuramente uno zoccolo duro sempre presente a tutte le iniziative. Questa apertura ha formato dipendenti comunali che hanno rivestito, con professionalità, il ruolo di “maschere”.
Questa apertura ha spinto giovani e meno giovani a farsi carico degli oneri di una produzione, di vivere il ruolo di “impresari” con gioie e dolori. L’apertura del Teatro segnó, seppur con la necessità di una più ricercata organizzazione solidissima, un primo passo in avanti verso lo sviluppo culturale della nostra piccola, grande comunità; non solo cinema nella Loca ludica offerta ma anche spettacoli, concerti e allestimenti concatenati, poi, con mostre ed attività collaterali.
Quella apertura segno la sconfitta di un processo burocratico lento, lentissimo, tipico della nostra terra. Quell’apertura ci insegnò che anche senza un vero palco è possibile regalare emozioni. Diciamolo, non è andata male. Oggi, invece, burocrazia, carte, progetti esecutivi, protocolli d’intesa, gare ed idee, spesso molto confuse sono gli ingredienti di una macedonia che dovrebbe vedere l’allestimento di una nuova piccola sala convegni, l’ennesima a discapito di un palco che attende di essere ultimato.
Chi detiene, al momento, “una voce in capitolo” per definirne la progettualità, da Regione a Comune passando per altri enti, non ha sentito la necessità di confrontarsi con nessuno del settore. Che sia l’inizio di un possibile spreco di denaro pubblico in barba alla rimessa in funzione dello stabile? Chi lo sa? Io la penso così. Buon compleanno Samonà, sei candeline!
https://www.youtube.com/watch?v=WBWJHx1rsCI