“Se scegli di essere insegnante di scuola pubblica, il concetto di Pubblico è sacro e non esiste privato”
SCIACCA. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che una insegnante ha inviato alla nostra redazione.
A te, insegnante che scegli di non vaccinarti e te ne vanti pure, chiedo solo: perché? Non perché non ti vaccini, ma perché insegni? In che cosa credi, in che cosa hai smesso di credere? Io sono una mamma ma prima di tutto sono una collega. E credo non solo nell’istituzione scolastica ma nelle istituzioni in generale. Statale fino al midollo, direbbero alcuni. Statale sì, per senso dello Stato, quello che in tanti hanno perso ma che gli idealisti ancora conservano, statale perché per me è proprio bello insegnare nella Scuola Pubblica, quella che nel bene e nel male è dello Stato ed è per tutti. E’ statale infine, anche in questo marasma di pandemia.
Essere fieramente statale non significa “passivamente obbediente”, questo sia chiaro. Significa, per me, avere una vocazione all’insegnamento non come cosa astratta e pura, quella è troppo facile, ma una vocazione faticosa e sudata, declinata secondo un paradigma istituzionale fatto di regole spesso indigeste, che parla una lingua ancora troppo burocratica, che va zigzagando tra incoerenze, incombenze, responsabilità. Ecco, la parola magica: responsabilità.
Tu non sei irresponsabile perché non ti vaccini, posto che per me comunque lo sei, tu sei irresponsabile perché propagandi questa scelta contro ogni parere medico, scientifico, istituzionale appunto. Perché decidi di fare a pezzi la cornice in cui sei inscritto per la causa più sciocca. Magari in passato hai accettato di tutto, con buona pace dei sindacati della scuola che sanno perfettamente che strana categoria siamo noi insegnanti, capaci di fare battaglie per ideali e poi abbassare la testa quando si tratta di diritti del lavoratore. Ed ora con la spocchia del non esperto, del ciarlatano, del pressapochista stai a pontificare dai social che il vero problema non sono i no vax costretti a fare tamponi ogni 2 giorni ma i vaccinati che se ne vanno a zonzo con il loro green pass senza nessun controllo.
Ma ti senti? Dico, sei abbastanza lucido da capire che non puoi parlare apertamente? Se sei insegnate di scuola pubblica e hai la pessima idea di essere no vax hai una sola cosa da fare: tacere. Essere grato allo Stato che ti permette di accedere al lavoro senza vaccino, con 3 tamponi a settimana e tacere. Sperando nella buona sorte.
Perché quello che non mi va giù è lo sproloquio irresponsabile da parte di chi, per lavoro, deve essere responsabile. Anche i medici fumano sapendo che fa male. Ma sui social non vanno a dire che i veri cretini sono quelli che si privano della sigaretta, così soddisfacente e rilassante. Anche alle forze dell’ordine sarà capitato di alzare il gomito di tanto in tanto, ma non si fanno i video mentre sbronzi si mettono al volante facendosi sberleffi di chi invece segue le regole.
Per me puoi essere no-vax (e non esiste differenza tra persona contraria ai vaccini e no-vax, questo ti deve essere ben chiaro) ma se sei insegnante, di mio figlio come di tutti i figli, non puoi essere irresponsabile e anti-istituzionale. Non puoi nemmeno se è la tua pagina Facebook privata (per altro rigorosamente pubblica), non puoi perché, vedi, se scegli di essere insegnante di Scuola pubblica il concetto di Pubblico è sacro e non esiste privato. Certo esiste uno spazio intimo in cui puoi essere chi vuoi essere, ma ti rivelo una cosa: questo spazio non sono i social.
Questo spazio sono le quattro mura di casa tua. E se non ti sta bene allora hai proprio sbagliato lavoro. La professione dell’insegnante è un lavoro che non è solo nel luogo di lavoro. Ti sta cucita addosso, anche se non ha divise. Ti sta cucita addosso e a volte è un peso. Un costante filtro. Tutti noi insegnanti abbiamo fatto o detto qualcosa che può non essere stato in linea con le direttive che venivano dall’alto. Ma non abbiamo esibito la cosa come esempio virtuoso.
Io non ti giudico perché credi che i vaccini siano sieri misteriosi, io ti giudico perché pensi che sia legittimo, contro ogni dato scientifico, sbandierarlo in giro.