“SE ENTRO MARTEDI’ NON CI SONO RISPOSTE, RITORNEREMO NELLE NOSTRE CASE”
Hanno occupato pacificamente lo spiazzale delle case poplari di Largo Martiri di via Fani. Non hanno ricevuto quelle risposte dal Presidente della Regione. La situazione delle 64 famiglie fatte evacuare è drammatica
Si tratta di una “occupazione” pacifica. Tengono a sottolineralo un gruppo delle 64 famiglie che hanno dovuto, con ordinanza, lasciare gli alloggi popolari pericolanti. Sono “quelli” di Largo Martiri di via Fani. “Quelli” sono persone, molte delle quali malate, o con gravi problemi di deambulazione. In loro c’è l’anima del dramma di chi è rimasto senza casa. Ma peggio ancora senza una risposta da parte della massima autorità della Regione, il Presidente Rosario Crocetta.
Stamattina, un gruppo di residenti ha “occupato” in modo pacifico lo spiazzale. Un segno per richiamare l’attenzione, ma nello stesso tempo un preannuncio: “se entro martedì non vediamo atti concreti, ritorneremo nelle nostre case.
Il Presidente della regione, in visita a Ribera nel corso della campagna elettorale, aveva assunto l’impegno diretto a risolvere quel dramma. Ma a distanza di tempo, nessuna attività concreta è stata messa in campo.
E’ il silenzio che preoccupa gli abitanti di quel quartiere di case popolari periciolanti. Manifestano con compostezza, ma attendono qualcosa che non arriva. Un gesto concreto. Già dare inizio alla demolizione sarebbe un gesto reale. Sono consapevoli che per riavere la casa passerà tempo, ma vogliono vedere atti concreti, realtà e non parole.
Le 64 famiglie vivono il dramma di chi è rimasto, all’improvviso, senza casa. Molti vivono, adesso, in affitto con il contributo del Comune. ma i disagi sono tantissimi. C’è chi vive all’interno di garage.
Sono diverse le palazzine fatte sgomberare. E’ un quartiere, sigillato con reti, ma anche con grate al piano terra e al primo piano. Il tutto per evitare l’accesso a quanti cercano un posto dove dormire.
L’intero quartiere è sigillato. E’ una sensazione incredibile. Un cimitero di alloggi popolari. Una scena da film dramnmatico. L’esasperazione è tanta. “Non bastano le manifestazioni o la solidarietà dei politici”, dicono. “Noi abbiamo bisogno di certezze, non di parole, promesse”.