SCUOLA VIA NASTASI, IN APPELLO TUTTI ASSOLTI: IL FATTO NON SUSSISTE
La Corte di Appello di Palermo ha riformato la sentenza di primo grado con cui venivano condannati a 8 mesi di reclusione ciascuno l’ex assessore Gianfranco Vecchio, il dirigente comunale Aldo Misuraca, l’architetto Massimiliano Trapani (direttore dei lavori) e gli imprenditori Domenico e Biagio Russo, questi ultimi due proprietari dell’immobile che fu adibito a scuola elementare in via Brigatiere Nastasi. Assolto l’architetto Giuseppe Liotta, dirigente comunale. La sentenza di pochi minuti fa ha assolto tutti perché il fatto non sussiste. Tutti erano accusati di tentato abuso d’ufficio. Ai fratelli Russo e all’architetto Trapani venne contestato anche il reato in materia di abuso edilizio.
Il Tribunale di Sciacca aveva emesso condanna il 9 marzo del 2016. Dopo oltre due anni si conclude la vicenda. Al centro della vicenda l’immobile dei fratelli Russo nel quale fu allestita la scuola elementare. Secondo l’accusa, l’immobile sarebbe stato privo di cambio di destinazione d’uso scolastico e privo anche del parere igienico-sanitario. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati, Santangelo, Cucchiara, Brancato, Ficani, Turturici e Bacino.
Il 29 settembre 2012 il Corriere di Sciacca in esclusiva ha dato la notizia delle indagini. Lo stesso giorno, un comunicato stampa della Procura della Repubblica entra nel dettaglio.
“All’esito delle indagini, affidate ai Carabinieri della locale Sezione di Polizia Giudiziaria, relative ai presunti illeciti commessi in occasione della destinazione dell’immobile di via Brigadiere Nastasi a sede scolastica di pertinenza del 4° circolo didattico a partire dall’anno scolastico 2011/2012, la Procura ha emesso avviso di conclusione indagini a carico dei seguenti soggetti:Giuseppe Liotta, Aldo Misuraca, Gianfranco Vecchio, Domenico Russo, Biagio Russo, Calogero Russo, Massimiliano Trapani. In particolare, tutti gli indagati sono ritenuti responsabili del delitto di tentato abuso d’ufficio. Liotta Giuseppe, Domenico, Biagio e Calogero Rusoo, Massimiliano Trapani, sono ritenuti responsabili per un reato in materia di abusivismo edilizio; Massimiliano Trapani, Aldo Misuraca, Gianfranco Vecchio, i fratelli Russo, per delitti contro la fede pubblica”.
Quel 15 settembre 2011. Con lo squillare della campanella di inizio della scuola esplose la protesta dei genitori che, accompagnando i figlioletti alla scuola elementare di via Nastasi, si accorsero delle condizioni anguste del plesso scolastico. Proteste, denunce, rimbalzi di responsabilità.
Il tutto finì sulla scrivania degli Uffici della Procura della Repubblica di Sciacca che avviò le indagini. Indagini condotte nel più assoluto riserbo, ma che avrebbero radiografato tutta la filiera dei passaggi amministrativi e tecnici. Venne fuori che quei locali non avrebbero ricevuto l’idoneità all’attività di scuola, e addirittura sarebbe mancato il cambio di destinazione. Cambio di destinazione che risultò necessario attraverso una lettera dell’Ufficio Tecnico. Insomma, il tutto doveva passare dall’approvazione del Consiglio comunale. Passaggio che non avvenne mai. Per un anno le indagini proseguirono nel silenzio del lavoro degli investigatori.
La vicenda, abbondantemente nota in città, risale esattamente al 15 settembre dello scorso anno, proprio nel giorno dell’inizio delle attività scolastiche quando ben 12 classi di scolari sono state costrette a trasferirsi altrove per le condizioni inidonee dei locali, situati a piano terra di un edificio di diversi piani. I genitori degli scolari non consentirono il prosieguo delle lezioni in quelle condizioni ritenute fuori norma. I genitori lamentarono aule piccole destinate a ospitare un numero di scolari assai superiore rispetto al rapporto superficie-scolari. Mancanza di ventilazione, e altri anomalie lamentate dai genitori. Dopo qualche giorno, fu fatta luce su una vicenda inquietante: si scoprì che non vi sarebbero state le necessarie autorizzazioni rilasciate dal Comune. Fu un crescendo di “scoperte” di presunte inadempienze tecnico-amministrative che toccano diversi soggetti e uffici.
Poi il processo in primo grado a Sciacca e la condanna. Oggi, la Corte di Appello di Palermo ha ribaltato la condanna con l’assoluzione di tutti.
Filippo Cardinale