SCUOLA NASTASI, CUCCHIARA: “MISURACA DIVENNE IL CAPRO ESPIATORIO DATO IN PASTO ALLA PUBBLICA OPINIONE”

All’indomani della sentenza della Corte di Appello di Palermo (terza sezione) che ha assolto tutti gli imputati coinvolti nella vicenda dell’apertura della nuova scuola elementare  di via Brigadiere Nastasi, l’avvocato Ignazio Cucchiara commenta sul nostro giornale il risultato di un lungo percorso che inizia con le indagini, prosegue nelle aule giudiziarie con una condanna, in primo grado, del tribunale di Sciacca e poi l’appello. Ieri la Corte di Appello si è pronunciata riformando totalmente la sentenza di condanna e assolvendo tutti perché il fatto non sussiste, l’ex assessore Gianfranco Vecchio, il dirigente comunale Aldo Misuraca, l’architetto Massimiliano Trapani (direttore dei lavori) e gli imprenditori Domenico e Biagio Russo, questi ultimi due proprietari dell’immobile che fu adibito a scuola elementare in via Brigatiere Nastasi.

“L’Architetto Misuraca ha agito in perfetta buona fede-commenta l’avvocato Ignazio Cucchiara, difensore del dirigente comunale- ed al solo fine di rimuovere gli ostacoli che impedivano l’apertura della nuova scuola di Via B. Nastasi, nel settembre del 2011 in coincidenza dell’inizio del nuovo anno scolastico”.  L’avvocato Cucchiara ricorda come “era grande la pressione, da parte dell’Amministrazione, della Dirigenza scolastica, delle famiglie e della stampa, perché si aprisse al più presto la nuova scuola”.

In questo contesto, l’architetto Misuraca “in servizio dal 1° gennaio 2011, prese in consegna, il 2 maggio 2011, i locali dei fratelli Russo, preoccupandosi principalmente di verificare la rispondenza della superficie delle singole aule a quella risultante sia dal bando di gara, che dal contratto, entrambi posti in essere nel 2010”.

Constatata inadeguatezza delle aule rispetto al numero degli alunni delle singole classi. L’avvocato Cucchiara ci spiega come “si poteva evitare se, a fronte di una puntuale comunicazione da parte della scuola, il bando fosse stato approvato tenendo conto, appunto, della consistenza numerica delle singole classi: sarebbe stato possibile ridurre a 10 il numero delle aule aumentando la superficie delle stesse, e ciò (ove necessario) anche con parziale rinuncia a locali con altra destinazione didattica”.

Per l’avvocato Cucchiara, l’architetto Misuraca, “in mezzo ad errori di altri funzionari (commessi a monte ed a valle del suo operato) è diventato, e non solo in sede penale, il capro espiatorio dato in pasto alla pubblica opinione. La Corte d’Appello ha fatto giustizia, nel rispetto di quella verità che spesso non è dato conoscere a ciascuno di noi”.

Filippo Cardinale