Scuola, Lagalla non sta a galla e diffonde malcontento a sindaci e famiglie

PALERMO. L’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Roberto Lagalla, non galleggia nel mare dei malumori che ha scatenato tra sindaci e famiglie la sua (in)decisione di dare il via all’attività scolastica dopo le festività natalizie. Una decisione che non riesce a celare la tattica del prendere tempo in attesa che il Comitato Tecnico Scientifico da Roma certifichi il cambio di colore, in arancione, per la Sicilia. Tale cambiamento di colore darebbe all’Assessore “lo stato giuridico” per attivare la Dad.

L’assessore Lagalla, ex magnifico Rettore dell’Università di Palermo, dalla comoda stanza del potere governativo palermitano ha voluto mostrare la sua prestanza fisica (solo di stazza) sottovalutando la forte preoccupazione dei sindaci siciliani e delle famiglie. E’ chiaro che le scuole non sono pronte a distribuire le mascherine FFP2, che non hanno sistemi adeguati di areazione delle aule, che la vaccinazione di massa del mondo scolastico non può avvenire due-tre giorni (le Asp sono in tilt come lo è il sistema sanitario nazionale e regionale).

Ha voluto mostrare i muscoli in un contesto nel quale c’è forte preoccupazione. Prima la volontà a non prorogare la ripartenza delle attività scolastiche in presenza, poi la decisione di riaprire i cancelli dopo appena tre giorni dal giorno fissato, cioè il 10 gennaio. Poi, l’ultima forzatura, l’inizio per domani 13 gennaio. Ma ha trovato un fronte molto robusto e vasto nell’esercito dei sindaci e famiglie. La situazione epidemica è assai delicata con numeri che non si sono registrate nelle ondate precedenti.

Lagalla non considera che alla base delle decisioni deve esserci il buon senso. Il buon senso, attualmente, si scontra con la realtà dei contagi, l’intasamento degli ospedali, le difficoltà delle Asp siciliane tutte in tilt, l’impossibilità del tracciamento. Ha voluto mostrare i muscoli e la vicenda assume i contorni di un mera prova di forza. Del resto, se il popolo è in rivolta perché non c’è pane, si offra le brioches!

In riferimento alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’istruzione, Roberto  Lagalla  l’Anci Sicilia  evidenzia di aver denunciato in una nota ufficiale, inviata stamattina, ai rappresentanti del Governo,  la mancanza di dati certi  e di aver apertamente chiesto il rinvio dell’apertura delle scuole.

L’Anci-Sicilia è altrettanto in fibrillazione e una nota diramata oggi pomeriggio è testimonianza: “La nota aveva espressamente  abbiamo chiesto di conoscere i dati certi relativi al numero dei contagiati comune per comune, all’incidenza degli stessi su 100.000 abitanti, al tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aree mediche insieme al numero delle persone vaccinate. L’ANCI  Sicilia chiama  tutti  alle proprie responsabili e si riserva di comunicare le ulteriori decisioni che scaturiranno dall’assemblea di tutti i sindaci ancora in corso in videoconferenza. Attribuire all’ANCI Sicilia  posizioni diverse da quelle di una forte preoccupazione per la crescente gravità è privo di ogni fondamento”, conclude la nota.

A chi giova lo scontro che mette ko il buon senso? Intanto, i sindaci, si stanno organizzando elaborando una determina comune. Inoltre, come nel caso di Sciacca, per domani e dopodomani l’Amministrazione si sta adoperando per effettuare un ciclo di disinfezione delle scuole.

Filippo Cardinale