SCONTRO BONO-MARSALA? ALMENO PER I DUE MAGGIORI SCHIERAMENTI
La prima esigenza della città è gettarsi alle spalle il clima ostile e litigioso. Nessuna terapia la può guarire se manca questa indispensabile medicina.
Il Terzo Polo, privo dell’Udc, sembra orientato a far scendere in campo l’ex presidente del Consiglio comunale Gioacchino Marsala, attuale coordinatore cittadino di Fli. Si attende il si del Pd che non ha intenzione di proporre foto di Vasto o simili. Il Pd segue la linela provinciale e regionale, e non intende intraprendere percorsi a sopresa.
Dunque, in attesa di altre candidature, che dovrebbero concretizzarsi nei prossimi giorni, gli schieramenti dei due principali cartelli elettorali sembrano già delineati. Da un lato si ripropone la vacchia maggioranza che ha sostenuto Vito Bono. La squadra degli ultimi due anni e mezzo cambia il “centravanti di sfondamento”, sostituendo Vito Bono, l’attaccante che non segnava, con il giovane Gioacchino Marsala, ex presidente del Consiglio comunale, con l’auspicio che possa realizzare quelle reti che il medico non riusciva a mettere a segno. La vecchia maggioranza sostituisce il medico con il farmacista. C’è da augurarsi, nel caso di vittoria di Marsala, che gli impegni professionali non limitino la sfera dell’impegno massiccio che la funzione di sindaco richiede.
Nel caso che la vecchia maggioranza scelga Marsala, il disimpegno di Sel e Idv è abbastanza evidente e metterebbero in campo una propria soluzione
Dall’altro lato, cioè della vecchia opposizione, c’è un gioco di attesa apparente. Pdl, Pid, Sciacca al Centro, Forza Sciacca e Udc attendono il si di Grande Sud. Nell’attesa del si e nell’attesa della stesura di un programma, e anche di qualche altra novità, che in verità ormai riteniamo assai remota, il candidato di tale cartello è Calogero Bono. In questo ambito si procede in punta di piedi, ma nella realtà, Calogero Bono ha già effettuato passi in avanti che lo vedono protagonista di accordi che in molti dicono già chiusi.
Come avevamo già scritto nei giorni precedenti, nulla di nuovo si vede nel panorama politico cittadino. La situazione è nota a tutti. Vogliamo precisare, però, che gli enti locali si trovano tutti in difficoltà per via dei tagli finanziari. La situazione di Sciacca, però, si aggrava ancora di più perchè è stato sforato il patto di stabilità. Dunque, le difficoltà oggettive ci sono ed emergeranno meglio nei prossimi giorni quando anche il Commissario Paolo Barone non potrà che prenderne atto.
In questo contesto, governare Sciacca diventa un compito titanico. Siamo convinti, ma fortemente, che nessun vincitore sarà detentore di una bacchetta magica in grado di mettere a posto le cose.
La vera bacchetta magica, ci crediamo davvero, consiste, invece, nella realizzazione di una condizione che nella nostra città sembra dannatamente in antitesi con la sua caratteristica. Può una città divenuta assai litigiosa pacificarsi? Il punto di domanda è sostanziale e eludere una riflessione significa evadere dalla realtà dura e drammatica di questa città.
Lasciamo da parte, almeno per un istante, le emergenze della città. Parliamo, invece, della drammatica realtà: la sua litigiosità. A tutti è chiaro come la nostra Sciacca sia ostaggio di una cultura litigiosa che produce effetti deleteri. Alla base di tale perversa cultura sviluppatasi e cresciuta cogli anni, c’è una miscela di invidie, gelosie, risentimenti personali, veti incrociati, il gettarsi fango tra le nuove e passate amministrazioni.
E’ un gioco, questo, che porta al massacro e nessuno si illuda di esserne immune. Rispetto a ciò, dunque, la prima emergenza da superare è lo stadio di litigiosità con la nascita di una cultura di pacificazione che si riverberi anche sulla società saccense, che abbisogna, essa stessa, di vivere un clima smorzato dal forte astio che impera.
La città è malata, è grave, ma è guaribile. Ad una condizione, però, che la classe politica e dirigente dimostri quella maturità da tutti auspicata. Condivida il bene comune, maggioranza e opposizione dialoghino in modo costruttivo senza quella barbara usanza di gettarsi fango addosso e a ritroso.
Molto probabilmente, in questa nuova ottica, si potrebbe inserire anche una nuova miscela capace di mettere in sinergia forze sane, capaci, intelligenti e operose. La città, anche se sembra apatica, di queste forze è ricca.