SCIUME’: “OSPEDALE AL SICURO, OPERATIVI PER INTERVENTI NO COVID E URGENTI”
Il professore Carmelo Sciumè, chirurgo e direttore di Unità Operative di ospedali della nostra provincia, compreso quello di Sciacca, nel corso di un incontro con la stampa locale, tramite piattaforma telematica, avvenuto oggi pomeriggio, ha assicurato sulle condizioni di sicurezza in cui opera l’ospedale Giovanni Paolo II.
la videoconferenza è stata organizzata dall’associazione Sciacca Terme Risorge, presieduta dallo stesso Sciume’ e il cui direttivo e’ composto da Michele Ferrara, Alfredo Ambrosetti, Pippo Sabella e Ignazio Lauro.
Tutti ricordano che fu terreno di un focolaio che innalzò i contagi da coronavirus, subito dopo il 9 marzo. Contagi che portarono l’ospedale di Sciacca ad essere la seconda città con contagi dopo l’intera provincia di Catania. Addirittura, nei primi giorni, la provincia di Palermo registrò meno contagi.
Poi, nei giorni successivi, le province di Catania, Palermo, Messina ed Enna esplosero con i casi di contagio. La nostra provincia risulta essere la quinta in Sicilia, ma da cinque giorni il numero dei contagi è fermo a 112, secondo i report dell’Asp.
Il chirurgo Carmelo Sciumè ha illustrato, in modo pacato, sereno ed esaustivo, la situazione attuale che vive l’ospedale di Sciacca. Non vi è motivo di ritenere, nell’immaginario collettivo, la struttura del Giovanni Paolo II poco sicura. Anzi, adesso (e a distanza di un mese dall’insediamento del commissario ad acta per l’emergenza covid-19) gli ingressi nella struttura ospedaliera sono solo due, ben distinti tra Covid e No Covid.
Certo, la situazione è calata, come nel resto d’Italia, all’improvviso trovando impreparati, come è noto, le strutture sanitarie ad una epidemia così virulenta. Il chirurgo Sciumè, che considera l’assetto odierno del Giovanni Paolo II adeguato all’emergenza coronavirus, prospetta anche una limitazione temporale del medesimo assetto. Insomma, passata l’emergenza, e la curva epidemiologica conferma da giorni lo scampato pericolo di un’esplosione di soggetti positivi dopo il rientro dei 30.000 siciliani dal Nord, l’ospedale di Sciacca dovrebbe riassettarsi nel suo ruolo di centro sanitario di riferimento per un bacino di utenza di circa 200.000 cittadini di diversi Comuni che abbracciano tre province. Ovviamente, nel suo profilo di erogatore di servizi sanitari per le patologie non covid.
Il chirurgo Sciumè ha assicurato che gli interventi chirurgici non covid sono assicurati rispettando il criterio imposto dal decreto dell’assessore regionale alla Salute, cioè quello delle urgenze e della impossibilità di rimandare l’intervento per particolari patologie. Anche la lista degli interventi chirurgici è garantita seguendo la tipologia di precedenza A-B-C-D- i cui interventi sono previsti rispettivamente entro 30, 60, 90, 180 giorni.
Una raccomandazione l’ha sottolineata. Non trascurare la propria salute per la paura di un ospedale non sicuro. Il Giovanni Paolo II, garantisce Sciumè, è sicuro e bisogna evitare di morire o peggiorare le proprie patologie trascurando un ricovero per un immaginario inesistente e fantasioso.
Filippo Cardinale