“Sciacca si candidi a diventare nuova provincia”

I consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò hanno invitato Fabio Termine e Ignazio Messina ad avanzare la candidatura

SCIACCA. I consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò hanno invitato il sindaco Fabio Termine e il presidente del consiglio comunale Ignazio Messina ad avanzare la candidatura di Sciacca come nuova provincia. Tale iniziativa, – dicono i due, se supportata da un’adeguata analisi e da un coinvolgimento delle istituzioni e della comunità, potrebbe rappresentare un’opportunità storica per il nostro comprensorio. Con una dettagliata relazione, i due elencano le giustificazione della loro proposta: Omogeneità del territorio; Vantaggi socio-economici; Sviluppo infrastrutturale e occupazionale; Identità e coesione sociale; Analisi socio-economica. “Siamo di fronte ad un’opportunità unica – dicono Brucculeri e Blò – per valorizzare le peculiarità del nostro territorio, promuovere uno sviluppo socio-economico equilibrato e garantire una governance più vicina alle esigenze delle comunità locali. Confidiamo nell’impegno del sindaco e del presidente del consiglio per intraprendere tutte le iniziative necessarie, coinvolgendo le istituzioni competenti e sensibilizzando la cittadinanza su questa importante tematica”.

La costituzione di nuove province, disciplinata dalla Legge 56/2014 (nota come “Legge Delrio”), che ha riformato l’organizzazione territoriale delle province italiane, richiede un processo lungo e complesso. La proposta può provenire da comuni, regioni o attraverso iniziative popolari: deve essere presentata alla Regione che deve esprimere un parere, poi si deve emanare una legge regionale per istituire la nuova provincia e la successiva ratifica del Parlamento italiano attraverso una legge statale. Negli anni Novanta con la carica di sindaco, lo stesso Ignazio Messina avviò un percorso per istituire la Provincia Selinuntina con capoluogo Sciacca, trovando la condivisione di un ampio territorio, tra cui Castelvetrano. Il processo, prima che venisse avanzata richiesta ufficiale, si fermò quando il primo cittadino venne sfiduciato dal consiglio comunale.