SCIACCA: MOLESTIE AL TELEFONO CON VIDEO HARD

Videochiamate porno per molestare un ragazza. Condannato a un mese e quindici giorni di detenzione

Uno spot pubblicitario di una compagnia telefonica, andata in onda anni fa, esaltava come una “telefonata allunga la vita”. Uno spot, molto simpatico, che in tempi moderni, se la telefonata è usata in maniera distorta alle norme di legge, rischia anche di usufruire di in un soggiorno nelle patrie galere. Ed è quanto successo a Vincenzo Cacciapuoti, di 43 anni di Napoli. Pur essendo della città patria della “pizza cu ‘a pummarola ‘ncoppa”, il fatto è accaduto nella città termale, fino al 19 agosto del 2007. Il focoso abitante del fumante vulcano del Vesuvio, non ha resistito alle trappola della tecnologia moderna, in particolare della videochiamata su cellulare. Il suo ditino ha insistito per un tempo prolungato a comporre un numero di un’altra utenza predisposta alla videochiamata. Il destinatario della videochiamata è una donna, una ventisettenne di Bari, di nome Loredana.

 C’è ancora un altro spot che inondava i consumatori e che invitava a “dirlo con i fiori”. Ma il focoso napoletano ha preferito il fai da te, mettendo in pratica un fare che ha infranto l’articolo 660 del codice penale: disturbo e molestie alle persone. Certo, un conto è ricevere squilli in continuazione, di per se già fastidioso, un conto, invece, è azionare il tastino verde di risposta del videotelefono è vedere, in primo piano, non la testa del proprio amato, ma…il disturbatore alle prese con proprio organo genitale impegnato nel movimento tipico dell’ascensore. Bando agli eufemismi, il Cacciapuoti disturbava la giovane donna mostrandosi in atteggiamento masturbatorio.

La questione è finita dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Sciacca, Paolo Gabriele Bono, il quale ha inflitto una pena di 1 mese e 15 giorni di reclusione (pena). Sarà bastata la condanna a convincere Cacciapuoti che il telefono serve per altri usi?

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