Sciacca, a distanza di 20 giorni dalla Banca del cordone ombelicale parte un’altra sacca per salvare vite (fotogallery)

SCIACCA- Lo scorso 4 gennaio era partita dalla Banca del cordone ombelicale dell’ospedale Giovanni Paolo II una sacca cordonale inviata a destinazione per salvare una vita umana. Il prezioso carico fatto di cellule staminali emopoietiche  è stato inviato ad un centro trapianti della Lombardia per una  paziente affetta da leucemia acuta.

A distanza di 20 giorni, stamane parte un’altra sacca cordonale è partita per la Francia per una nuova speranza di vita.  Si tratta del trentaduesimo trapianto per la struttura saccense che fa seguito a quello dello 4 gennaio quando un’unità.

Nel novembre 2020, un’altra sacca era stata ceduta in favore di un piccolo paziente ungherese di appena due anni poi guarito dalla leucemia grazie al trattamento.

La Banca del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”, diretta dal dottor Pasquale Gallerano, così come tutte banche cordonali in Italia, custodisce le staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine. Il sangue cordonale, oltre alla capacità di rigenerare un midollo sano, ha dimostrate doti rigenerative, riparative dei tessuti e di facilitazione della guarigione di lesioni cutanee e mucose. Tutte le unità ritirate dai punti nascita e non idonee per trapianto vengono convertite dagli operatori della struttura saccense nella produzione di farmaci, quali gli emocomponenti ad uso non trasfusionale.

Non può essere sottaciuto che la Banca del cordone ombelicale esiste grazie all’impegno dello scienziato Lillo Ciaccio, medico e fondatore della Banca del cordone ombelicale rimasto nel cuore dei saccensi e non. E’ sempre troppo tardi quando l’Asp di Agrigento intitolerà la Banca del cordone ombelicale a Lillo Ciaccio. Una semplice targhetta di plastica installata in Microcitemia e non nel Centro Trasfusionale è un torto che deve essere riparato.

Filippo Cardinale